Ritrovare la salute e la forma fisica e nel contempo regalarci qualche giorno di vacanza in località-gioiello della Toscana: è la proposta di Chianciano Terme che si unisce a “Insieme oltre il Covid” della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli. Sono infatti numerose le persone che, guarite dal Covid-19, soffrono di Long Covid o Sindrome Post Covid-19. Il sintomo più comune è la stanchezza, seguito dalla perdita del gusto e dell’olfatto. Poi si possono verificare problemi di memoria e di concentrazione, mal di testa, difficoltà nel sonno, sintomi neurologici come ansia o stress, disturbi gastrointestinali, dolori muscolari. Se ne è parlato a Chianciano Terme in un incontro tra i medici del Policlinico Gemelli di Roma, della Simfer e dello stabilimento termale Sillene. Nell’occasione Carloalberto Martellozzo, AD Terme Chianciano, ha annunciato anche lo sviluppo internazionale del Polo termale Italycare con Federterme e ICE. Sull’alimentazione sana ha puntato l’accento il Prof. Antonio Gasbarrini, Direttore di Medicina Interna e Gastroenterologia al P. Gemelli di Roma, e sull’importanza dei centri termali per migliorare la sintomatologia, lo stress, l’infiammazione ed i disturbi gastrointestinali ha messo l’accento il Prof. Francesco Landi, Direttore di Medicina Interna Geriatrica Fondazione Policlinico Gemelli – Nuovo Day hospital Post Covid. Per i disturbi del sistema gastroenterico, le cure idropiniche come quelle con l’Acqua Santa e con l’Acqua Fucoli sono un validissimo detox per fegato e intestino; per i problemi respiratori le cure inalatorie con l’acqua Termale Santissima sono indicate per le difese immunitarie e per l’elevato potere antiallergico.
Le Terme Theia aperte nell’agosto 2013 hanno acque ricche di anidride carbonica, carbonato di calcio, bicarbonato e solfati, che hanno un’azione antinfiammatoria sul sistema muscolo scheletrico ed eutrofica sulla pelle. In acqua si effettuano sedute di ginnastica e di riabilitazione. Le Terme Theia vantano quattro piscine termali esterne e tre interne, collegate tra loro per oltre 900 mq. e alimentate dall’acqua termale della sorgente Sillene, con getti d’acqua e idromassaggi. Ci sono un centro benessere con sauna, bagno turco, rasul, area relax, docce emozionali e doccia fredda, e un centro benessere per bimbi. Nel bar-ristorante si possono gustare spuntini e aperi-cena. Poi, come ha sottolineato il Sindaco di Chianciano Terme Andrea Marchetti, ci sono anche progetti di riconversione alberghiera e di ospitalità legata al mondo sportivo, fino al network con gli altri borghi toscani della Val di Chiana e Val D’Orcia.
A Chianciano dunque per le proprietà delle acque, magari unendoci una vacanza o un long weekend: la posizione di Chianciano Terme, tra la Val di Chiana e Val D’Orcia, è strategica per scoprire antichi borghi e i segreti del mondo etrusco. Per iniziare questo viaggio nel passato, c’è il Museo Civico Archeologico delle Acque di Chianciano Terme, in un ex granaio ottocentesco: nei suoi quattro piani ricostruisce con reperti, immagini e video la vita degli etruschi, e conserva oltre 100 canopi (vasi cinerari in forma umana). Un’immagine iconica è quella della splendida Thesan, dea dell’Aurora, che decorava il tempio nei pressi della sorgente di Fucoli (II sec. A.C.). Ricordiamoci questo legame con i reperti etruschi e le acque, quelle termali: lo ritroveremo nel nostro percorso archeologico.
Percorso che ci porta nella vicina Sarteano, nella necropoli delle Pianacce, dove in un paesaggio agreste e brullo per l’inverno si può visitare (con guida, previo appuntamento e con mascherina PP2) la “Tomba della Quadriga Infernale”, del IV secolo a. C e rinvenuta nel 2003. Una discesa di 5 metri e si entra nell’ambiente sotterraneo, scavato nel travertino, e si è circondati dalle meraviglie dipinte sulla parete: due leoni e due grifoni trainano un carro condotto dal demone Charun, per portare il defunto nell’aldilà. Un’altra immagine è di un serpente a tre teste. In un sarcofago è raffigurato il defunto. L’atmosfera che si capta non è angusta, anzi è di pura bellezza, forse per la forza dei colori ocra e nero, forse per i due uomini ritratti su una parete, (erano padre e figlio, o due amanti?) dalle espressioni serene.
La ricostruzione della tomba, insieme a reperti di altre necropoli etrusche del territorio dal IX al I sec. a. C, si trova al Museo Civico Archeologico di Sarteano, nel cinquecentesco Palazzo Gabrielli. Di nuovi scavi e di potenzialità del network con Chianciano Terme parla il sindaco Francesco Landi, e ha ragione: questo borgo conserva vere chicche come la sala d’Arte Beccafumi nell’ex chiesa di San Martino, con 30 pezzi di arte sacra, e il Museo “Presepi dal Mondo” (tel. 0578 269204; 3336186737) con circa 400 pezzi che vengono esposti a rotazione.
Ma torniamo sulle tracce degli etruschi spostandoci a San Casciano dei Bagni: ancora nella campagna toscana battuta dalla pioggia del quasi-inverno, e poi ecco ai bordi di un sentiero grandi vasche di acqua tiepida dove ancora oggi la gente del luogo usa bagnarsi. Una recinzione ci separa dagli scavi del “Bagno Grande”, le imponenti colonne e la grande vasca di un complesso termale legato a un santuario che fu etrusco e poi romano.
Emanuele Mariotti, direttore degli scavi, racconta una storia che sa di favola: si sapeva da sempre che tutta la zona era ricca di acque termali e di edifici di culto, bisognava solo scavare. E qui c’era un orto. Convinto il proprietario, nel 2020 iniziarono gli scavi, ed ecco venire alla luce un santuario dedicato all’acqua, luogo sacro agli etruschi e poi romani, e incredibilmente ricco di reperti. Emersero raffinate decorazioni nella piscina come le orme scolpite di fedeli e animali, e orecchie dedicate alla divinità perché ascoltasse le preghiere, e un bassorilievo raffigurante un toro. Si emoziona Agnese Carletti, sindaco di San Casciano dei Bagni, ricordando l’agosto del 2020 e il ritrovamento dell’altare dedicato ad Apollo. Nel luogo sono state trovate 2.500 monete antiche, immagini votive, bronzetti come il putto ritrovato nell’agosto 2021 nella vasca, raffigurante un bambino. Nel V° secolo il santuario venne smantellato e colonne e altari adagiati a chiuderlo. I misteri sono ancora molti, come sottolinea Mariotti, e c’è ancora molto da scoprire in questo sito, ma anche nelle aree circostanti tutte percorse da vene d’acqua termale. Per aggiornamenti si può seguire su fb il Gruppo Archeologico Eutyche Avidiena.
La Valdorcia è patrimonio Unesco dal 2004. Il paesaggio è splendido, fatto di vigneti, cipressi, campi di grano, casali e castelli in una campagna dolcissima vestita dei colori autunnali. Pienza ci aspetta coi suoi edifici rinascimentali voluti da Papa Pio II (Palazzo Piccolomini, il Municipio, il Duomo) per farne la “Città ideale”. Nelle antiche stradine si affacciano negozi di artigianato, ma soprattutto di alimentari dove spicca il famoso Pecorino di Pienza, ed è impossibile non portarsene a casa qualche forma. La vicina medioevale Montepulciano invita a una passeggiata fra le antiche botteghe dove lo shopping è una tentazione fra incisioni, oggetti in rame, ceramiche, vetri, abbigliamento e addobbi natalizi. A Montepulciano la fortezza ospita il Castello di Babbo Natale, e nelle quattro chiese – San Biagio, Sant’Agostino, Santissimo Nome di Gesù e la Cattedrale – vi sono bellissimi presepi. La Valdorcia ci saluta con un’immagine ancora una volta del passato, anche se di un film, quella de “Il Gladiatore”: la scena finale è stata girata a Pienza nei campi vicino all’antica Pieve di Corsignano, e il casale all’inizio del film, la casa di Massimo Decimo Meridio, è vicino a San Quirico d’Orcia. Un ultimo scatto ai filari di cipressi del “Gladiatore” e si lascia la Val d’Orcia per rientrare a Chianciano, per regalarci un ultimo bagno nelle piscine delle Terme Theia.
La ricchezza dei vini e dei prodotti della Val d’Orcia
Chianciano Terme e i luoghi limitrofi sono un paradiso per i gourmet A cominciare dal formaggio Pecorino e dai salumi: impossibile non gustare, fra gli altri, il prosciutto di cinta senese. Specialità locali da comprare, ma anche da mangiare e da bere in loco, da “Bradi Toscani” Food / Wine” (braditoscani.it) dove un tagliere di affettati viene preceduto da una gustosa zuppa di verdura con ricetta “della mamma”. Ma questa è anche terra di grandi vini e di cantine “con il pedigree”.
A Montepulciano la storica cantina De’ Ricci (www.dericci.it) è proprio nel cuore del Paese ed è una vera “cattedrale del vino” da visitare: su prenotazione si possono fare degustazioni di vini accompagnati dagli ottimi salumi locali. La famiglia Ricci nasce nel 1150 e fu molto importante, basti pensare che Palazzo Ricci fu commissionato dal cardinale Giovanni Ricci nel 1534 al miglior architetti sulla piazza, il senese Baldassarre Peruzzi, e fu finito di costruire nel 1562. La cantina de’Ricci faceva parte del progetto, ma fu realizzata su precedenti strutture medioevali. Attualmente la proprietà è della famiglia Trabalzi, già legata alla famiglia Ricci e della quale porta avanti le tradizioni. Si accede alla Cantina attraverso una monumentale scala equestre, per arrivare alla parte centrale della stupenda cantina, caratterizzata da una fitta tessitura in cotto. La cantina è suddivisa in tre navate longitudinali dove imponenti pilastri (mt. 6,70) sorreggono immense arcate a tutto sesto e volte a crociera, il cui insieme ricorda appunto una Cattedrale Romano-Gotica. Le caratteristiche consentono di mantenere il vino ad una temperatura e umidità costante ideale per tutto l’anno. Qui in enormi botti di Rovere di Slavonia, perfettamente conservate, riposano migliaia di ettolitri di Vino Nobile di Montepulciano.
Altra realtà ma sempre all’insegna di vini pregiati è quella, a Montalcino, della cantina storica nella Tenuta Col D’Orcia (www.coldorcia.it) del Conte Francesco Marone Cinzano, dove su appuntamento è possibile degustare alcune delle etichette più rappresentative.
Col d’Orcia è uno dei produttori storici di Montalcino, la Tenuta risale al 1890 come Fattoria di Sant’Angelo in Colle, poi la proprietà fu divisa e la parte chiamata Col d’Orcia nel 1973 fu venduta alla famiglia Cinzano. Dal 2010 Col d’Orcia è l’azienda biologica più grande della Toscana. Il conte Francesco Marone Cinzano esordisce dicendo “Siamo agricoltori, coltiviamo la vite e il vino è il frutto”, ed illustra non solo una degustazione di vini prestigiosi ma anche la realtà di un’azienda portata avanti all’insegna dell’ecosostenibilità. Pollaio, orto, frutteto, capre agnelli, api e molto altro si trovano in questa tenuta che produce anche olio d’oliva, miele, birra e perfino un sigaro toscano, Orciolo. E naturalmente i grandi vini (la prima medaglia d’oro arrivò nel 1975), come il Brunello: “Ogni vite è un individuo” afferma il conte Francesco Marone Cinzano descrivendo la ricerca biodinamica, e non solo, per rendere la produzione sempre più in sitonia con la natura. Un’azienda che intorno alla quale gravitano 61 famiglie, e che si apre anche al turismo: su prenotazione si possono gustare le specialità toscane e naturalmente i grandi vini qui prodotti.
Info: www.termechianciano.it ; www.piscinetermalitheia.it www.sarteanoliving.it ; www.museisenesi.org museo@comune.sarteano.si.it o info.museo@comune.sarteano.si.it www.museoetrusco.it ; www.archeochianciano.blogspot.com www.sancascianoliving.it ; www.comune.pienza.siena.it www.comune.montepulciano.si.it ; info@nataleamontepulciano.it
Foto di copertina: Federico Di Dio / Unsplash