La generosa donazione di Armani a Pantelleria per il recupero dei terreni dopo il rogo

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C’era anche Giorgio Armani, la sera del 17 Agosto scorso, tra le tante persone costrette a scappare in frettolosamente dalle proprie case aggredite dalle fiamme del gigantesco rogo divampato nel lato est di Pantelleria.

Lo stilista è stato proprio tra i primi a lanciare l’allarme, vedendo i bagliori rossastri illuminare il buio della notte isolana. Armani non dimenticherà facilmente quegli attimi concitati, con la corsa in macchina verso il mare mettendosi in salvo a bordo dello yacht dove ha accolto alcuni ospiti e amici.

“Frequento quest’isola ormai da quarant’anni, tanto da sentirmene a tutti gli effetti cittadino, eppure non smetto di sorprendermi per la qualità umana così unica e viva di quanti la abitano“, ha esordito “Re” Giorgio nella lettera inviata direttamente al sindaco di Pantelleria Vincenzo Campo (nella foto di copertina) qualche giorno dopo il grave incendio che ha colpito il lato Est dell’isola. Armani a Pantelleria vive a Cala Gadir, un caratteristico borgo di pescatori nel versante nord-est e uno dei luoghi più affascinanti dell’isola, in un una villa con sette dammusi, le tipiche case pantesche con il tetto a cupola bianca e i muri particolarmente spessi che rendono le abitazioni molto fresche d’estate e abbastanza calde d’inverno, 200 palme e una vigna dove nasce il suo Passito chiamato Oasi.

Chiamato a intervenire in un sito-isola meravigliosa, terra lavica vulcanica con miniere di preziosa ossidiana per gioielli unici, terra ferita gravemente dai roghi di incoscienti, in balia di siccità lunghe e di improvvise alluvioni, distretto con 3 riconoscimenti Unesco: ceppo vite Zibibbo, giardino pantesco, muretti a secco; oltre 5000 dammusi antichi ancora esistenti, distretto agroalimentare uva, olive, capperi, vino, olioevo, pomodoro, melanzane, origano, maggiorana;  terra svantaggiata difficile vulnerabile abbandonata, come – per esempio – la montagna piacentina. Tutta la montagna italiana (circa 1900 km di crinale fra alpi e appennini dal Carso a Pantelleria) è una grande risorsa economica, di lavoro, di presidio ambientale utile a tutti. Ma dimenticata da tutti. Finchè serviva una poltrona e distribuzione di spiccioli nelle diverse comunità montane… ma ora ha più valore strategico paese.

Armani sempre più solidale e… stimola altri grandi personaggi dello stile, dell’industria, dell’alimentare. A parte Dallavalle (Tods ecc.) che pochi giorni orsono ha messo a disposizione un cospicuo assegno per sostenere le persone disastrate dalla alluvione nelle Marche, Armani è da anni capofila  di “progetti concreti di utilità pubblica e sociale” così recita lo statuto della Fondazione Giorgio Armani. Una scelta, compresa la forte attenzione alla stabilità del gruppo e alla coerenza, che da garanzie di continuità sia per la famiglia che per le attività extra. Da anni interviene nel mondo con sostegno diretti economici. Questo ha stimolato altri imprenditori. Non c’è bisogno di una legge sulla tassazione aggiuntiva delle plusvalenze per certe persone e certe imprese. Sarebbe sufficiente una pagina giornaliera su tutti i media (carta, web, social) che ricordi ai lettori e ai followares chi fa solidarietà e sostegno nei momenti critici sociali fra i grandi personaggi, imprenditoriali e politici. Non c’è bisogno i miliardi di euro del maggiore reddito di Enel, Eni ecc., a volte bastano migliaia di euro da parte di molti per certe pubbliche utilità come a Pantelleria o a Senigallia. In proporzione al disponibile di ciascuno…

Giampietro Comolli

Questo in sintesi quello che Giampietro Comolli ha detto in margine all’incontro sulle Giornate del Patrimonio Europeo (24 e 25 settembre 2022), aperte proprio sabato scorso con la presenza di diversi personaggi a Pantelleria nella sede della associazione Pantelleria Enoica e in Val Trebbia a Piacenza con la partenza della camminata escursionistica della tappa della via Francigena-via degli Abati fino a Bobbio e da Bobbio al passo delle Cento Croci, crocevia fra Liguria, Emilia, Toscana… per millenni un percorso solcato da migliaia di pellegrini cristiani dall’Europa Centrale fino a Roma e a Gerusalemme. Questo vuol dire – ha sottolineato Comolli – solidarietà e sussidiarietà vera, concreta. Non parole, non promesse da marinaio.

A Pantelleria sta nascendo un movimento-comitato dedicato non solo a contribuire ai danni contingenti causati dal rogo doloso di agosto 2022 (si ricordano i danni delle mareggiate in porto, gli altri incendi di qualche anno fa, la bomba d’acqua alluvionale su un territorio lavico di pochi mesi orsono…) ma soprattutto per attivare un programma di salvaguardia e garanzia condiviso fra amministrazione Comunale, panteschi nativi e panteschi adottati come villeggianti e residenti continui. Oggi sull’isola di Pantelleria, chi più e chi meno, per casa un dammuso o con la barca attraccata  in porto, vivono diversi mesi all’anno personaggi e personalità italiane e straniere del mondo del cinema, arte, cultura, economia, scienza, ricerca.

E’ facile camminare  lungo la darsena del porto davanti al castello rinascimentale (nero perché costruito con i blocchi lavici, un castello quasi costruito con la preziosa ossidiana) e incontrare Marco Tardelli o Fabio Capello, l’attrice francese Carole Bouquet, produttrice di un ottimo passito Zibibbo naturale classico. Un tempo anche Gian Marco Moratti e Gerard Depardieu, Lina Sotis e Sergio Panno, ex batterista dei Dik-Dik, Margherita Boniver e il principe Amedeo d’Aosta, Ornella Muti,  Naomi Campbell, Madonna e Sting erano visti camminare e cenare nei ristorantini delle varie frazioni. Oggi si vedono ancora gli ex ministri Mannino e Visco, giornalisti dello sport e della politica come Italo Cucci, Gaspare Borsellino, il fotografo dei vip Fabrizio Ferri, il giornalista Puccio Corona, il noto chirurgo oncologo Luigi Gentilini.

L’attrice Isabella Ferrari, piacentina anch’essa di nascita con il cognome Fogliazza e nome vero Isabella, ha un dammuso a Kamma uno dei luoghi più belli insieme a Gadir e a punta Spadillo, dove ospita amici e colleghi del cinema. “Tutti coinvolti” assicura Comolli, altro piacentino molto pantesco ed enologo -sostenitore di un unico grande passito “Zibibbo Classico” e basta- saranno questi personaggi chiamati a raccolta a difendere la storia, l’anima pantesca. Insieme a loro grandi imprenditori, manager, banchieri, economisti, editori, finanziatori d’arte… tutti con dammuso o casa in Pantelleria, pronti a scendere in campo con tanto di una Fondazione o Comitato di Partecipazione per sostenere le “tipicità assolute” di Pantelleria che nessuno deve distruggere, rubare, clonare, copiare.

 

 

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