Le canzoni di De Andrè raccontano i fastosi palazzi di Genova per i Rolli Days

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Apertura straordinaria a gennaio per gli storici palazzi nobiliari di Genova, che in occasione dei Rolli Days verranno raccontati attraverso le canzoni di Fabrizio De Andrè

Palazzo Antonio Doria – Prefettura  Foto © C.A. Alessi

Genova è una città dai forti contrasti: alle monumentali vie dell’aristocrazia, trionfanti di palazzi decorati con affreschi spettacolari, si addossano le strade più umili, in una vivace convivenza che senz’altro ha rappresentato una prospettiva di lettura unica e irripetibile della città. C’è poi un dialogo fra palazzi e chiese, fra spazi privati e spazi pubblici: mentre i meravigliosi saloni dei Palazzi dei Rolli sono privati e destinati a pochi, le navate monumentali delle chiese sono fruibili da tutti.

Nella prima edizione invernale dei Rolli Days, dal 19 al 21 gennaio 2024, i Palazzi dei Rolli apriranno le loro porte per raccontare questi contrasti sociali, urbani, artistici e mostrare un patrimonio unico al mondo, sempre più conosciuto anche a livello internazionale.

Palazzo Lercari-Parodi Foto © F. Bussalino

Il tema scelto per questa edizione straordinaria, Sacro e Profano, permette anche di farsi ispirare dall’eccezionale vena poetica e musicale di un grande artista del nostro tempo: Fabrizio De Andrè, appassionato cantore della città. Nel 25esimo anniversario della scomparsa del cantautore genovese, le sue canzoni e le novelle in esse raccontate faranno da guida e ispirazione per narrare suoni e personaggi del centro storico monumentale di Genova e i suoi spazi più significativi.

Il salone del piano nobile di Palazzo Lercari Parodi è decorato da un affresco di Megollo Lercari, illustre antenato della famiglia proprietaria e ben noto nelle cronache genovesi per via della sua terribile ira vendicativa: deciso a riaffermare il proprio onore e a punire i nemici che lo avevano offeso, ai numerosi prigionieri catturati durante la sua impresa riservava un terribile castigo, facendo tagliare loro, secondo un’usanza tipicamente bizantina, il naso e le orecchie che poi conservava, in salamoia, entro vasi appositi. Un rancore che ricorda in qualche modo il Giudice di Fabrizio De André.

Palazzo Centurione Pitto si trova proprio all’inizio di Via del Campo, una delle vie principali di Genova tra Trecento e Seicento, una delle direttrici che permettevano il collegamento tra la porta occidentale della città e il suo centro pulsante. E Via del Campo è anche il titolo di una delle canzoni più note di Fabrizio De André, che immagina la via e uno dei suoi palazzi – non meglio identificato – come palcoscenico per una storia d’amore “sognato” tra un cliente e una giovanissima prostituta, con le sue luci e le sue ombre: una storia tutta profana vissuta sulla soglia di quei palazzi nobilissimi, divenuti postribolo nella loro decadenza.

Chiesa S.Luca – Grechetto, Adorazione Magi – Foto © Bussalino

Gli affreschi e la decorazione della chiesa di San Luca hanno come protagonista, insieme al santo, la figura di Maria, celebrata sia in quanto Immacolata, nel gruppo marmoreo realizzato da Filippo Parodi, sia in quanto madre di Cristo, come ci racconta la tela raffigurante la Natività del Grechetto. Maria è anche protagonista di un intero album di Fabrizio De André, dedicato a La buona novella evangelica e alle dicotomie intrinseche nella dottrina cristiana, che hanno, secondo il cantautore, molto a che vedere con il mondo e la realtà profana. 

La Chiesa di Santa Maria Maddalena si trova all’ombra dei grandi palazzi di Strada Nuova, alle spalle delle più ricche e preziosi sedi del potere cittadino, nel bel mezzo del quartiere che più di tutti rappresenta questa ambiguità tra la profanità dell’amore libero e la sacralità quasi religiosa di affreschi e opere d’arte. Nessuna canzone poteva raccontare questa storia meglio de La canzone di Marinella, dedicata a una Maddalena moderna, estremamente terrena, che grazie alle parole di Fabrizio De André assume l’aura di una donna celeste.

Palazzo Cattaneo della Volta – Foto © F. Bussalino

Palazzo Cattaneo Della Volta è situato in una delle zone più antiche del centro cittadino, tra il mercato di San Giorgio e la Ripa: fin dal Medioevo, queste vie assistevano quotidianamente al passaggio di merci, ospiti illustri, processioni e gente comune, che abitava e viveva questi spazi affollati. Questa è La città vecchia di cui canta lo stesso Fabrizio De André, in quei quartieri dove le vie sono talmente strette e i palazzi talmente vicini, che la luce del sole difficilmente filtra: i suoi raggi non riescono a toccare le storie e le vite di chi abita queste strade. 

 

 

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