Le Havre e Rouen, le ‘gemelle’ unite dal fil-rouge dell’Impressionismo

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Ovvero degli artisti del movimento che 150 anni rivoluzionò la pittura. Storie diverse: la prima risorta come l’Araba Fenice dopo la guerra, la seconda che sfoggia le antiche case a graticcio e i luoghi del martirio di Giovanna d’Arco

L’impressionismo come filo d’Arianna per scoprire il cuore culturale della Normandia. Un filo che unisce Le Havre e Rouen. Un fil rouge da sogno, come la dolcezza dei paesaggi adagiati lungo il tratto finale della Senna su cui le due città si specchiano. Un buon motivo per intraprendere un viaggio che promette suggestioni è costituito dai 150 anni del movimento impressionista. Che qui lasciò tracce indelebili, grazie alle opere di Monet, Degas, Cèzanne, Pissarro, Boudin, Renoir, Géricault, Manet e di tanti altri pittori, capaci con le loro pennellate di trasporre in poesia ogni soggetto. Le Havre e Rouen, l’una marittima e portuale e l’altra più storica e culturale, che trovano però nell’arte ciò che le unisce. Storie diverse, storie convergenti. La quinta edizione del festival  coincide con il 150° anniversario dell’Impressionismo; è aperta sino al 22 settembre 2024, al Musée des Beaux-Arts di Rouen e in varie altre sedi.

Dalle bombe al riconoscimento Unesco

Come l’Araba Fenice, Le Havre è rinata sulle sue ceneri, dopo che le bombe nel 1944 l’avevano rasa al suolo. La distruzione della città fondata da Francesco I nel 1517 (quello che convinse Leonardo Da Vinci a trasferirsi in Francia) fu totale. Eppure soltanto pochi decenni dopo Le Havre sarebbe entrata nel Patrimonio Unesco. Il prestigioso riconoscimento è arrivato nel 2005, ma i suoi presupposti risalgono al dopoguerra, quando la Francia affrontò uno sforzo titanico pur di farla risorgere.

Esempio di Classicismo Strutturalista, secondo il pensiero di Perret

Le Havre risorse davvero come l’Araba Fenice. Sopra le sue macerie spianate, uno strato di un metro… Città di cemento armato quella nuova, riedificata secondo i rigidi schemi del Classicismo Strutturalista, in cui l’estetica si sacrifica alla funzionalità, ma con un tocco di poesia. Le Havre deve  tutto ad August Perret, l’architetto che ha pianificato la sua ricostruzione (anche urbanistica) a tempo di record, contando su un formidabile alleato: il cemento armato. Perret ha progettato anche la chiesa simbolo, quella di Saint Joseph che dall’alto dei suoi 107 metri domina lo skyline di Le Havre. Una vertigine estetica e spirituale. Sembra un missile sulla rampa di lancio…

Il “vulcano” di Niemeyer, provocazione e funzionalità

A Le Havre approdò poi anche un altro padre dell’architettura moderna: Oscar Niemeyer, quello che edificò Brasilia: fu lui a progettare il provocatorio “Volcan”, centro culturale a forma di vulcano che caratterizza la piazza che porta il suo nome. Una simpatica sfida architettonica è pure la Narrow House, la casa più stretta del mondo creata da Erwin Wurm. Città anche ecologica Le Havre, che si gira facilmente in bici e dove le rotaie del tram spuntano dall’erba.

Avanguardie: i musei, i Docks trasformati, il porto…

L’altra Le Havre è quella affacciata sull’Atlantico. Il Museo MuMa, il museo d’arte moderna “André Malroux” sorge sul waterfront e contiene il maggior numero di capolavori impressionisti (in particolare la collezione di Eugène Boudin, arrivata per lascito). Di bellissimo effetto scenico i Docks, i magazzini portuali oggetto di un intelligente recupero. Erano i magazzini del caffé e del cotone, ora sono luoghi dello svago, delle attività commerciali e congressuali.

E poi c’è il porto, da vivere in battello fra gigantesche navi porta container (nessun porto in Francia ne movimenta così tanti) e da crociera: qui ne approdano 180 all’anno. Di lontano si scorge il Pont de Normandie, il ponte strallato a luce libera più lunga del mondo (850 metri). Un’opera di grande valore estetico. 

Il fascino elegante e un po’ “belga” di Sainte-Adresse

Che fascino Sainte-Adresse! Altro luogo immortalato da celebri opere degli impressionisti, che proprio dal molo, dalle passerelle e dall’arenile potevano ammirare, lontani all’orizzonte, Deauville, Trouville-sur-Mer e Honfleur, ovvero i villaggi che a fine Ottocento videro nascere il movimento che rivoluzionò il mondo della pittura… Sainte-Adresse fu anche un’enclave belga, perché qui tra il 1914 e il 1918, si rifugiò il governo di Bruxelles per mantenere le sue funzioni durante la prima guerra mondiale. 

Etretat, le scogliere più immortalate di Francia

I giardini di Étretat in Normandia

La Le Havre legata all’Impressionismo ha una sua appendice naturale a Etretat, il pittoresco villaggio affacciato sulle scogliere più famose e fotografate di Francia. Qui Monet e gli altri artisti furono attratti come calamite dal fascino selvaggio delle falesie della Costa d’Alabastro. Sopra quella dell’Aiguille, sorge uno dei campi da golf più belli del mondo. Più su ecco gli eccentrici giardini di Etretat, progettati da Grivko. Sorgono intorno a una delle più eclettiche ville “parigine” sorte un secolo fa. Immerse nel verde ci sono le opere di Samuel Salcedo. Nel cuore di Etretat c’è la Clos Lupin, la casa dello scrittore Maurice Leblanc dedicata al personaggio più famoso uscito dalla sua fervida penna: Arsenio Lupin, il ladro gentiluomo. La casa e il suo giardino sono un susseguirsi di colpi di scena, legati ai 5 libri che Leblanc dedicò a Lupin. Sul lungomare tanti ristorantini  propongono cozze, ostriche, frutti di mare e poi gli inimitabili formaggi di Normandia.

Rouen: Notre Dame, Giovanna d’Arco e tante case a graticcio

A Rouen Claude Monet si innamorò della cattedrale di Notre Dame: la immortalò in una trentina di opere, in condizioni di luce diverse. Dipingeva affacciato alla finestra di un negozio di lingerie. La cattedrale di Rouen  condensa mille anni di storia espressi in ricami di pietra. Qui emerge il ruolo di capitale culturale di Normandia di questa città. Vicino all’altare si trovano le tombe di Rollo, l’ultimo dei vichinghi e primo della dinastia dei Normanni, e di Riccardo Cuor di Leone, famoso per le sue crociate. A Rouen, oltre al pittore Gèricault , nell’800 nacque anche lo scrittore Gustave Flaubert, quello di Madame Bovary; due secoli prima Pierre Corneille, scrittore e drammaturgo. Il Museo delle Belle Arti di Rouen, con il MuMa di Le Havre, è lo scrigno più ricco di opere dell’impressionismo. Ambientazioni e allestimenti diversi, ma lo stesso incanto.

 

Lungo le vie del centro di Rouen tante case a graticcio medievali che sembrano quelle delle favole dei fratelli Grimm.  Rouen legata a Le Havre anche dal maestoso tratto finale della Senna. La città ricorda anche il martirio di Giovanna d’Arco, messa sul rogo il 30 maggio 1431 con l’accusa di eresia. Era infondata. Quasi cinque secoli dopo, nel 1920, Jeanne d’Arc venne proclamata santa dal Papa. A Rouen c’è l’antica torre del Gros-Horloge, i cui rintocchi scandiscono la storia da secoli. E’ il simbolo della città, come la luce infinita dei cieli di Normandia è lo sfondo di tante opere degli Impressionisti. Viene voglia persino di respirarla questa bellezza…

Info: www.france.fr/ –  https://it.normandie-tourisme.fr/