E’ una piccola città, conta circa 35mila abitanti, ma chiusi nella sua cinta muraria alta 17 metri e lunga 230 metri per lato, con il possente Castello quadrato di mattoni rossi, vi sono tanti antichi e preziosi edifici e opere d’arte che farebbero la felicità di una metropoli
Ma Castelfranco Veneto, nella provincia di Treviso al confine con quella di Padova, non si dà delle arie, anzi custodisce i suoi gioielli con una sorta di pudore. A cominciare dal suo più illustre cittadino, quel Giorgio Barbarelli da Castelfranco detto Zorzon, Giorgione, uno dei maggiori pittori del Rinascimento che qui nacque fra il 1477 e il 1478. Pittore ammantato di mistero, perfino sulla data della sua morte non c ‘è certezza, pare che morì di peste a Venezia a 33 anni ma la data non è certa, né lo è il luogo della sepoltura. Certo è il suo capolavoro, la Pala con la Madonna conservata con altre pregevoli pitture nel Duomo dedicato a Santa Maria Assunta.
Nacque vicino, a Casa Barbarella (oggi sede del Conservatorio A. Steffani), dalla bella scalinata e l’elegante facciata. Nel vicino museo di Casa Marta Pellizzari (museocasagiorgione.it) non è che il mistero venga meno, anzi, e lo si capisce soprattutto ammirando il Fregio delle Arti Liberali e Meccaniche (1502-1503): i simboli astrologici-astronomici, che profetizzavano una nefasta congiunzione astrale fra il 1503 e il 1504, fanno capire che Giorgione fu esperto anche di esoterismo. L’aura magica di questi luoghi si intensifica nel vicino Vicolo dei Vetri, dove c’è lo Studiolo, le cui pitture rinvenute durante dei restauri – stemmi di nobili famiglie locali e veneziane e decori policromi- pongono diversi interrogativi. C’è l’effige di una strana donna con in mano un orecchio: simboleggiava un luogo di riunioni segrete? Di famiglie che decidevano le sorti della città? Il mistero rimane.
Oltre Giorgione troviamo anche un altro nome illustre, quello di Francesco Maria Preti (Castelfranco 17001-1774), che progettò mil Duomo e il Teatro Accademico, e non solo. E’ suo un progetto del 1766, mai realizzato, per Giovanni Corner allora proprietario di quella che oggi è Villa Revedin Bolasco, voluta dal conte Francesco Revedin su progetto dell’architetto Giambattista Meduna. Splendido il giardino romantico impiantato tra il 1852 e il 1865, con un lago alimentato dal torrente Avenale, due piccole isole e un parco con oltre mille alberi plurisecolari, e poi la Cavallerizza con le statue seicentesche, una torre colombara e la serra ispano-moresca. La villa fu donata da Renata Mazza vedova Bolasco all’ Università degli Studi di Padova, che nel 2015 ha restaurato il giardino, dove passeggiare con gli scoiattoli che saltano fra i rami è un’esperienza unica.
Villa Chiminelli e il memoriale Brion
Ci si sposta a meno di 7 km da Castelfranco ed ecco un altro edificio che ci porta in un’altra epoca, Villa Chiminelli a Sant’Andrea oltre il Muson, del tardo 1500, affrescata da Benedetto Caliari fratello di Paolo Veronese. La villa fu di Francesco Soranzo nobile veneziano e pievano a S. Andrea oltre il Muson dal 1563 al 1595, poi passò ai Piacentini, ai Tiepolo e agli attuali proprietari. La villa ha uno stupendo giardino e un curioso Museo Conciario.
Ancora vicino a Castelfranco Veneto (a 12 km), ad Altivole, ecco un altro edificio che cattura con un fascino unico: su un’area di circa duemila metri quadrati si estende il Memoriale Brion, progettato tra 1970 e 1978 dall’architetto Carlo Scarpa -sepolto in questo cimitero- e oggi gestito dal FAI. Vi si accede, dal cimitero, con una scenografica apertura con due cerchi intrecciati, simbolo dell’amore coniugale. Qui tutto è simbolico, con percorsi di materia e di acqua che si intersecano, come nel padiglione della meditazione con il laghetto di ninfee, e l’arco rivestito da tessere di vetro e foglia d’oro che protegge i sarcofagi dei due coniugi Giuseppe e Onorina Brion. Già meta dei giovani studenti di architettura che qui vengono come in pellegrinaggio, oggi attrae una moltitudine di visitatori da quando qui furono girate delle scene del secondo capitolo della saga Dune.
Pasta, dolci e non solo
Ma non si pensi che Castelfranco Veneto sia solo antiche vestigia: se dentro la parte del castello che racchiude il centro storico con la Torre Civica dal bell’orologio con il Leone di San Marco troviamo per lo più eleganti palazzi, basta spostarsi sotto i portici di Piazza Giorgione per trovare eleganti negozi di abbigliamento, calzature, gioielli e così via, quindi è impossibile resistere allo shopping. Shopping che continua anche in ambito alimentare. A cominciare dalla Pasta Zara a Riese Pio X ( dove si può visitare il Museo Casa Natale San Pio X). L’azienda è nata nel 1898 e dopo alterne vicende furono aperti altri stabilimenti e la pasta venne distribuita in 108 Paesi al mondo: nel 2020, nonostante l’emergenza sanitaria del Coronavirus, la produzione di Pasta Zara non si è mai fermata, arrivando a superare il record di produzione di 285.000 tonnellate in un solo anno. Oggi si producono la linea di Pasta Zara (con prodotti classici, bio, integrali ecc) e la Bragagnolo, di grano italiano, di grano Senatore Cappelli, di grano biologico, di grano biologic o integrale. Un altro in dirizzo famoso da queste parti è quello della pasticceria Fraccaro Spumadoro: se ci si va all’ora della prima colazione si entra in un paradiso di tentazioni. Fraccaro Spumadoro nasce nel 1932, fondata da Elena e Giovanni Fraccaro e anche oggi pandoro, panettone e la focaccia dolce di Pasqua, tutti con lievito madre sono un must della casa diventati famosi nel mondo.
In enoteca e in cantina
Chi vuole portare a casa una bottiglia di buon vino non ha che l’imbarazzo della scelta all’ Enoteca Ferro Wine, dove ci sono ben 8.000 fra vini, spirits, birre artigianali, e prodotti di altissima qualità: è un vero tempio del buon bere, con prodotti per tutti i gusti e tutte le tasche, con vasti ambienti di design e raffinati salottini. Altra atmosfera si trova alla cantina di Luigi Manera, dove si vende la produzione locale, vino sfuso di buona qualità a prezzi decisamente convenienti.
A tavola e in cantina
In tema di ristorazione Castelfranco Veneto offre davvero una bella gamma di proposte. Il Ristorante Alla Torre è proprio vicino alla torre civica, e in un bell’ambiente propone una gustosa cucina tradizionale veneta di carne e di pesce, e la carta dei vini comprende etichette di tutta Italia e non. Nel vicino e raffinato ristorante All’Antico Girone si gustano piatti di terra e di mare legati al territorio e anche un poco oltre: il Baccalà alla Vicentina è semplicemente un capolavoro. Ha 80 anni di storia alle spalle il Ristorante Rino Fior, noto in tutta la regione per i suoi piatti tipici della cucina veneta, con la pasta fatta in casa e i prodotti freschi e di primissima qualità, che seguono la stagionalità. Da non dimenticare la sua cantina con un vasto assortimento di vini selezionati tra le migliori etichette nazionali e estere.. Altra atmosfera, perfetta anche per passare qualche ora all’aperto in un giardino di piante aromatiche, è quella dell’ Agriturismo dal Moro, sul Sentiero degli Ezzelini: qui ci si può rilassare fra aiuole di erbe aromatiche prima di gustare i primi classici della zona, una bella grigliata e sfiziose verdure di antipasto.
Dormire
Si può dormire nella storia nel bell’Hotel alla Torre che sorge in un palazzo del Cinquecento, con ampie camere di un’eleganza classica. Antica è anche la locanda, del Seicento, che ospita l’Albergo al Moretto, la cui proprietaria ha curato l’arredamento in maniera raffinata e al contempo famigliare. Proprio in centro, sul lato ovest di Piazza Giorgione, completamente ristrutturato, l’ Albergo Roma è in posizione strategica per lo shopping.
Photo credits: Archivio Fotografico città di Castelfranco Veneto