Aviazione, piani di crescita di settore inconciliabili con gli obiettivi climatici europei

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Per Transport & Environment (T&E), per ambire al Net Zero entro il 2050, bisogna agire rapidamente per gestire l’espansione degli aeroporti, il fenomeno dei voli frequenti e la sotto-tassazione del settore

Secondo le proiezioni dei costruttori di aeromobili Airbus e Boeing, il traffico aereo passeggeri negli aeroporti dell’UE potrebbe raddoppiare entro il 2050 rispetto ai livelli del 2019, con un aumento del consumo di carburante del 59%. Questo trend, secondo l’organizzazione Transport & Environment (T&E), è incompatibile con gli obiettivi di sostenibilità dell’Unione Europea, che punta a zero emissioni nette di gas serra entro metà secolo.

Nonostante l’uso crescente di carburanti alternativi come i SAF (Sustainable Aviation Fuels), nel 2050 il settore aereo europeo continuerà a bruciare circa 21,1 milioni di tonnellate di kerosene fossile, pari all’estrazione di 1,9 miliardi di barili di petrolio greggio all’anno.

Bio-kerosene: rischi di sostenibilità

Entro il 2050, i SAF rappresenteranno almeno il 70% del carburante utilizzato, in base alla normativa ReFuelEU. Tuttavia, l’80% del bio-kerosene rischia di derivare da materie prime non sostenibili, come oli di palma e soia, che contribuiscono alla deforestazione e alla perdita di biodiversità. I biocarburanti, infatti, seppur alternativi, risultano spesso poco scalabili e con impatti ambientali negativi.

E-fuels: un’opzione energivora

Gli e-fuels (carburanti sintetici prodotti con elettricità rinnovabile) sono considerati un’alternativa più sostenibile ai biocarburanti. Tuttavia, la loro produzione richiederà enormi quantità di energia: per soddisfare la domanda di 24,2 milioni di tonnellate di e-kerosene previsti al 2050, servirebbero circa 585 TWh di elettricità, quasi il doppio dell’attuale domanda energetica dell’Italia (312,7 TWh nel 2023).

La crescita annulla i benefici ambientali

Molti operatori del settore sostengono che la scarsa disponibilità di SAF limiti la riduzione delle emissioni. Tuttavia, T&E evidenzia che l’espansione del traffico aereo prevista da Airbus e Boeing annullerebbe i benefici ambientali dei SAF. Anche con un tasso di crescita inferiore (1,4% annuo), le emissioni dell’aviazione al 2040 sarebbero comunque del 46% superiori a quelle del 1990, un valore insufficiente per raggiungere gli obiettivi climatici dell’UE.

Emissioni ancora elevate al 2050

Se le proiezioni di crescita attuali si concretizzassero, nel 2050 l’aviazione europea emetterebbe ancora 79 milioni di tonnellate di CO2, solo il 3% in meno rispetto ai livelli del 2019. Con questo ritmo, l’industria aerea esaurirebbe il proprio budget di carbonio già entro il 2026, rendendo irraggiungibile l’obiettivo UE di zero emissioni nette.

L’appello di T&E: cambiare rotta

Carlo Tritto, Sustainable Fuels Manager di T&E Italia, ha dichiarato: “I piani di crescita dei produttori di aerei sono totalmente inconciliabili con gli obiettivi climatici europei. È necessario un cambio di paradigma per evitare che il settore continui a esaurire le risorse disponibili.”

Azioni richieste alla Commissione Europea

T&E esorta la Commissione Europea e gli Stati Membri ad adottare misure più incisive per controllare l’espansione del settore. Le proposte includono:

  • Limitare l’espansione delle infrastrutture aeroportuali;
  • Ridurre del 50% i viaggi aziendali rispetto al 2019;
  • Introdurre una tassazione più equa sul carburante aereo;
  • Regolare l’uso di biocarburanti non sostenibili.

Senza tali interventi, secondo T&E, l’UE potrebbe accumulare fino a 960 milioni di tonnellate di CO2 aggiuntive entro il 2050.

Carlo Tritto ha concluso: “L’obiettivo del 90% di riduzione delle emissioni entro il 2040 è ambizioso, ma privo di significato senza azioni concrete. È necessario un piano chiaro per ridurre le emissioni del settore aereo e garantire che l’aviazione contribuisca realmente alla transizione climatica.”

Foto copertina by Depositphotos

 

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