Il Palazzo Reale di Milano ospita un’antologia delle opere di Felice Casorati (Novara 1883 – Torino 1963) dal 15 febbraio al 29 giugno 2025

Le sorelle Pontorno, 1937, olio su tela, 162 x 129 cm. UniCredit Art Collection. Photo Credit: Sebastiano Pellion di Persano. © Felice Casorati
Una mostra tutta italiana, curata da Giorgina Bertolino, Fernando Mazzocca e Francesco Poli, allestita con prestiti di varie gallerie, musei e collezioni private grazie al contributo di BPER, corredata da un bel catalogo edito da Marsilio. Più di cento opere del maestro, disegni a matita, acquerelli e tempere, xilografie, oli, terrecotte, esposti in ordine cronologico e spesso posti a riscontro, testimoniano l’evoluzione artistica di Casorati durante tutta la sua vita. Si tratta di una evoluzione pacata, indotta dai molteplici stimoli del clima culturale in cui è vissuto e maturata nel riserbo di profonde riflessioni. L’attività di Casorati come progettista di arredi e grafico è documentata invece nella mostra quasi contemporanea (6/4 – 29/6) Casorati designer allestita a Pavarolo (TO) nel suo studio museo.
Nella prima sala ci accoglie Ritratto di signora (la sorella Elvira), quadro ammesso alla Biennale di Venezia del 1907, l’esito del suo apprendistato padovano, dopo l’abbandono forzato dello studio del pianoforte e la laurea in giurisprudenza. Segue un’intensa e autonoma formazione nei musei di Napoli e Firenze, dove innanzi ai capolavori di Bruegel e dei maestri del rinascimento il pittore si scopre alla ricerca di sé. Le vecchie, Bambine sul prato, Le sorelle e Persone, sono quadri ispirati alla realtà vissuta, meditata classicamente, e dimostrano le capacità tecniche raggiunte.

Le signorine, 1912, olio su tela (tecnica mista: tempera, glicerina, cera), 187,5×195 cm. Fondazione Musei Civici Venezia Galleria Inter. Arte Moderna Ca’ Pesaro. © Felice Casorati
Casorati viene poi conquistato dalle opere di Klimt viste nelle esposizioni di Venezia e Roma e si lascia contaminare dal gusto per la linea sinuosa, i dettagli preziosi, le atmosfere misteriose (Le signorine, L’amore e suo figlio, La via lattea, Adamo ed Eva, L’abbraccio). Frequenta a Venezia Ca’ Pesaro, dove fa amicizia con artisti che hanno vissuto la temperie di Parigi, ha nelle mani per la prima volta le riproduzioni delle opere di Gauguin, Van Gogh, Matisse, Picasso, Rousseau. Ne rimane impressionato. Poi, nel 1920 Casorati vedrà gli originali di Cézanne alla Biennale di Venezia e si sentirà “preso da quel senso di calma, di fermezza, di equilibrio che solo le opere dei grandi può dare” e che troveremo nelle sue. Il pittore assimila tutte le tendenze di quella straordinaria rivoluzione che fu l’arte del ‘900, solo il futurismo non lo vede partecipe. Quindi abbandona gradatamente “la tentazione degli elementi decorativi”, studia composizioni di nature morte, sceglie forme semplici, uova, mele,“gli oggetti più inconsueti”.

Tiro al bersaglio (o Tiro a segno), 1919, tempera su tela, 130 x 120 cm. Collezione privata. Photo Credit: Pino Dell’Aquila. © Felice Casorati by SIAE
Alla grande guerra Casorati partecipa senza lasciarne espliciti ricordi (in proposito è da segnalare la mostra in corso a Gorizia e Monfalcone, “Ungaretti poeta e soldato”, e quella complementare “Da Boccioni a Martini. Arte nelle Venezie al tempo di Ungaretti sul Carso”). Di quel periodo la mostra milanese presenta Marionette, Giocattoli, Tiro a segno, sorta di scherzi che prefigurano un certo surrealismo. A Torino, nella fecondità dei suoi stimoli culturali, dal 1919 Casorati riprende la ricerca. Sarà determinante per il suo futuro artistico e personale l’amicizia con Piero Gobetti, giovanissimo editore ed elaboratore di idee di straordinario talento, che attrae intorno a sé un cenacolo di coetanei e non, e tesse relazioni. Gobetti pubblica nel 1923 una acuta monografia sull’artista in cui avverte il progressivo abbandono del decorativismo, la semplificazione delle masse, l’orientamento verso una classicità vera.

Ritratto di Maria Anna De Lisi o Anna Maria De Lisi, 1919, tempera su tela, 141 x 140 cm. Collezione privata. Photo Credit: Pino Dell’Aquila. © Felice Casorati by SIAE
Nelle opere di questo periodo notiamo con Gobetti “la ricerca di una architettura pittorica, la conquista della deformazione, il senso del mistero come vuoto, rigidità di forme, solidità assoluta d’architettura alla quale la luce toglie le sfumature, svela le cose nella loro nudità e lascia le figure in un tormentoso isolamento” (Anna Maria De Lisi, Maschere, La donna e l’armatura). Gobetti posiziona Casorati “oltre il cubismo, oltre l’impressionismo e il futurismo. Nella solidità classica a cui egli, moderno, aspira sta la sua arte” (Silvana Cenni – al secolo Nella Marchesini, sua allieva e amica di Gobetti – Uova su cassettone, Piantine, Studio di fanciulla col linoleum). L’incontro con Riccardo Gualino, che visita una mostra di Casorati che Lionello Venturi recensisce, porta ad una lunga collaborazione tra il pittore e l’industriale. Sono riuniti in esposizione i ritratti di Riccardo, Cesira, Renato, Lily, le decorazioni superstiti per il teatro privato della casa Torinese dei Gualino. Avviene in teatro l’incontro con il maestro Alfredo Casella e dal 1926 tra i due artisti, accomunati dall’amore per la musica, ci sarà una continua corrispondenza, analoga a quella a suo tempo intercorsa tra Kandinskij e Schoenberg. Casella dedica al pittore una sua composizione, “Concerto romano”, e il ritratto di Casella è in mostra.
Alla biennale veneziana del 1924, Lionello Venturi avverte “Una grande volontà di forma è nell’aria” e nota che Casorati ora si concentra sulla forma “velata dal desiderio dell’eleganza e della piacevolezza. Egli si impone la forma come legge”. Col ritorno al classico nella sua personale visione il pittore ha grande successo (Meriggio, Concerto, Natura morta, ritratti), Margherita Sarfatti lo invita alle mostre dei “pittori del ‘900” e da allora Casorati esporrà in Italia e all’estero ottenendo ovunque premi e riconoscimenti. Le sue opere circolano in tutto il mondo con buon successo di vendite. Alcune di queste opere magistrali sono esposte, Conversazione platonica – nata dall’occasionale visita in studio dell’amico Sartoris durante una seduta di posa – Raja, Annunciazione, una delle rare opere di soggetto religioso.

Uova e limoni, 1950, olio su tela Torino, GAM – Galleria d’Arte Moderna. Fondazione Guido e Ettore De Fornaris. Photo Credit: Studio Fotografico Gonella 2023. © Felice Casorati BY SIAE
Alla fine del primo ventennio del ‘900 la ricerca artistica di Casorati evolve ancora. Casella riconosce nel pittore “la volontà di costruire, la chiarezza, il principio dell’ordine, la fissità delle cose e il loro disporsi in modo armonico”. Il pittore vuole liberarsi “da tutte le teoriche, le ipotesi, i gusti, le restaurazioni dei quali si è avvelenata la mia giovinezza” e cerca di ottenere “l’architettura di un quadro, in senso musicale e non puramente formale”. D’ora in poi approfondisce la ricerca di questa architettura nei temi preferiti, per lo più nudi femminili o figure di adolescenti e nature morte (Ragazze a Nervi, Le sorelle Pontormo, La barca, Eclissi, Uova e limoni). Contagiato dall’esempio della moglie, pittrice di formazione francese prima di diventare sua allieva, si apre anche alla pittura di paesaggio “en plein air” (Paesaggio toscano, Varigotti).
Infine la mostra ci presenta una selezione di bozzetti e figurini per scenografie. Nell’attività di scenografo e costumista (per il 1° Maggio musicale fiorentino e poi per l’Opera di Roma e per la Scala) Casorati concretizza la sua passione per la musica, che non ha mai tradito. Afferma: “L’invenzione dello scenografo non può essere arbitraria, ma legata strettamente alla poesia e alla musica. Solo mi sembra legittima, per un’opera lirica, la scena che riesca a creare un’atmosfera magica e di sogno”. Questa onirica atmosfera ci avvolge mentre guardiamo gli acquerelli coloratissimi e leggeri, bozzetti e costumi fantasiosi, figurini danzanti, e sembra proprio di vedere la musica.
Testo di Annamaria Taddei