La Pasqua a tavola con la conferma dei sapori regionali

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Secondo i dati forniti da Confartigianato, cresce del 5% il consumo di specialità alimentari tipiche legate alla Pasqua. La domanda premia l’artigianalità e le tradizioni regionali, ma le imprese faticano a soddisfarla per la carenza di manodopera. Reti territoriali e consorzi diventano leve strategiche per valorizzare il Made in Italy

Pasqua 2025 conferma una tendenza già riscontrata negli ultimi anni: un netto ritorno di interesse verso i prodotti tipici regionali. I consumatori italiani mostrano una crescente propensione all’acquisto di specialità legate al territorio e alla stagionalità. Un comportamento che si riflette in modo evidente nei dati rilevati dalle principali associazioni di categoria, dove emerge un incremento del 5% nei consumi alimentari legati alla festività pasquale rispetto al 2024.

A trainare questa riscoperta del gusto autentico sono le produzioni artigianali che, in occasione della Pasqua, tornano al centro della scena gastronomica. Dai dolci della tradizione come la pastiera napoletana e la colomba lombarda, fino ai salati iconici come il casatiello e la torta pasqualina ligure, i prodotti tipici regionali rappresentano non solo un’espressione di cultura, ma anche un baluardo economico per centinaia di piccole e medie imprese artigiane.

Casatiello e pastiera: simboli di una rinascita culturale

Tra le specialità più richieste figurano, come da tradizione, il casatiello e la pastiera napoletana, due prodotti che raccontano la Campania con la forza della memoria gastronomica. Il casatiello, pane rustico arricchito con salumi e formaggi, simbolo di abbondanza e convivialità, è tornato ad animare i banchi delle gastronomie artigiane e i forni storici, anche grazie all’hype dettato dai principali Social Network. Allo stesso modo, la pastiera, con la sua delicata unione di grano, ricotta, uova e aromi, resta uno dei dolci più amati dagli italiani in questo periodo dell’anno. Questi prodotti non sono semplici cibi, ma veri e propri veicoli identitari: rappresentano la trasmissione di saperi familiari, la ritualità del periodo pasquale e l’orgoglio territoriale. La loro riscoperta va letta non solo in chiave nostalgica, ma come un’esigenza concreta dei consumatori di ritrovare autenticità, qualità e connessione con le radici culturali.

Artigianalità in affanno: la questione della manodopera

Nonostante l’aumento della domanda, il comparto artigianale si trova ad affrontare una sfida strutturale: la carenza di manodopera qualificata. Secondo molte recenti rilevazioni, mancherebbero all’appello quasi 10.000 figure professionali nei segmenti chiave della produzione pasquale – pasticceri, panificatori, addetti alla lavorazione della pasta fresca. Il paradosso è evidente: mentre i consumatori cercano prodotti artigianali, le imprese faticano a rispondere in modo tempestivo e scalabile.

Le cause sono molteplici: dalla scarsa attrattività dei mestieri manuali per le nuove generazioni, fino alla difficoltà di reperire personale stagionale formato in tempi utili per far fronte al picco di domanda. Alcune imprese hanno scelto di limitare la produzione per mantenere la qualità, mentre altre si sono affidate a soluzioni temporanee con personale poco esperto, con inevitabili ricadute sulla marginalità e sulla continuità produttiva.

Il ruolo strategico delle filiere corte e dei consorzi

In questo contesto, le filiere corte e i consorzi di tutela rappresentano un’opportunità strategica per valorizzare i prodotti tipici e garantire tracciabilità, qualità e sostenibilità. Sempre più produttori regionali si organizzano in reti territoriali che permettono di affrontare in modo coordinato la domanda crescente di specialità pasquali, evitando la standardizzazione industriale. La sinergia tra agricoltura locale, trasformazione artigianale e distribuzione selezionata è una leva fondamentale per dare forza al made in Italy alimentare. In occasione della Pasqua 2025, molte realtà consortili hanno promosso iniziative di valorizzazione in GDO e nel canale Horeca, con risultati incoraggianti sia in termini di vendite che di notorietà del prodotto.

Outlook: tra riscoperta e innovazione

Guardando ai mesi successivi, il trend del ritorno alla tradizione si conferma come uno dei driver principali del mercato agroalimentare italiano. La riscoperta dei sapori regionali, combinata con una crescente attenzione alla sostenibilità, all’origine delle materie prime e alla lavorazione artigianale, sta cambiando le dinamiche di consumo anche nel medio periodo.

Tuttavia, questa tendenza non potrà consolidarsi senza un intervento sistemico sul fronte del lavoro artigiano. Servono politiche attive per la formazione, incentivi per l’inserimento dei giovani e un rinnovato riconoscimento del valore professionale delle arti alimentari. Solo così per le imprese italiane il “gusto della tradizione” potrà diventare anche un volano per la competitività e l’export.

 

 

 

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