‘Toscana, l’arte del gusto, il gusto dell’arte’ è il titolo dell’iniziativa organizzata da Vetrina Toscana, per concludere il percorso avviato ad inizio 2018, anno che il Mibact ha voluto dedicare a una delle massime espressioni della cultura italiana nel mondo. “E’ la sintesi di un lavoro importante ed impegnativo – ha detto l’assessore regionale al turismo Stefano Ciuoffo – un racconto che ha attraversato in lungo e in largo una regione alla scoperta del legame col cibo e del contagio che questo ha esercitato nei secoli. Viviamo in una regione fortunata, perché sia che si parli di cibo, o di borghi o di cammini, abbiamo dimostrato di essere all’altezza, attraverso un racconto costante che ci ha premiato. Siena permette senz’altro di concludere questo racconto nel modo migliore, in un luogo come Santa Maria della Scala, che ha fatto dell’accoglienza ai più deboli la propria prerogativa, un contesto straordinario che ha dato ospitalità agli ultimi, come è avvenuto per tanto tempo in Toscana, valore che purtroppo adesso stiamo perdendo. Ma che dobbiamo saper riscoprire e rilanciare con un occhio alle nostre origini”.
Cibo, vino, olio, i tre pilastri della produzione agricola toscana, gli emblemi di una cultura veicolata in ogni angolo del pianeta, come ha sottolineato anche l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi. “Siamo orgogliosi di essere a Siena, in un luogo come questo, per la conclusione di un percorso dedicato al cibo italiano, un ambito nel quale la Toscana sicuramente qualcosa da dire lo ha. Chi fa produzione primaria deve essere continuamente coinvolto e stimolato a farlo in modo sostenibile, ma non soltanto dal punto di vista ambientale ma anche reddituale, perché da qui passa la capacità di crescere e di svilupparsi per poter competere in un mercato sempre più competitivo. La Toscana ha lavorato molto su questo e i risultati sono tangibili grazie al sostegno alle produzioni biologiche, con il numero di aziende passato da 450 nel 1994 alle oltre 5000 attuali, all’agricoltura integrata con il marchio Agriqualita’, alle aziende del settore vitivinicolo, oltre 25mila ad oggi, con le DOP e le IGP che distinguono la Toscana nel mondo, o le oltre 12 mila del settore agroalimentare. E senza poi ovviamente trascurare il profondo legame col turismo, che dovrà ancora essere più potenziato”.
Riscoprire le origini e tornare in un certo senso alla capacità di produrre ricchezza a partire dalla terra, una riscoperta della fisiocrazia, concetto sostenuto anche da Daverio nel suo intervento e ripreso anche dal sindaco di Siena Luigi De Mossi. “Sarà questa la nostra sfida per il futuro. Trasformare una città come Siena, da centro della finanza a centro della’agroalimentare, e riuscire a trasmettere i valori della cultura e della tradizione agricola, valori che non possiamo permetterci di disperdere”.
L’arte del gusto e il gusto dell’arte
Il 2018 volge al termine e con esso anche l’anno dedicato al “Cibo Italiano” che, collegandosi ad arte paesaggio e cultura, diventa una delle leve più importanti per la promozione turistica del territorio. La Toscana ha dedicato a questi temi l’evento conclusivo dell’Anno del Cibo: “Toscana, l’arte del gusto, il gusto dell’arte, turismo, cultura, enogastronomia e territorio” che si è tenuto giorno 3 dicembre all’interno di Santa Maria della Scala a Siena.
Ad organizzarlo è stata Vetrina Toscana, il programma di Regione e Unioncamere Toscana che promuove ristoranti e botteghe che utilizzano prodotti tipici del territorio e prevede il coinvolgimento sia dell’Assessorato al Turismo e al Commercio che dell’Agricoltura. Fin dal 2012 Vetrina Toscana ha fatto del legame tra cultura ed enogastronomia una delle sue caratteristiche distintive organizzando cene e degustazioni in musei, ville, parchi e biblioteche, a testimonianza del fatto che in Toscana la cultura del gusto e il gusto della cultura sono molto legati.
L’evento clou dell’anno del cibo è stato dedicato alle sinergie fra cibo, arte, cultura e turismo ed ha avuto come momento centrale la Lectio Magistralis dello storico dell’arte Philippe Daverio dal titolo: “L’Arte del gusto e del vivere in Toscana”, e si è svolto all’interno di un luogo d’arte d’eccezione: Il Pellegrinaio che contiene uno dei più importanti cicli di affreschi del Quattrocento senese, con scene di vita quotidiana che rappresentano straordinari documenti storici, oltreché artistici. Saranno presentate dagli chef di Vetrina Toscana alcune esperienze che ben rappresentano il circolo virtuoso che si può instaurare tra arte, cultura, territorio ed enogastronomia. Si è parlato della dimensione territoriale della cultura: “Il Giardino di Daniel Spoerri e il ristorante Non solo Eat Art” con Roberto Rossi, proprietario del ristorante “Silene” e gestore dei servizi all’interno del parco; dell’integrazione e reciproca valorizzazione tra musei e ristoranti: “Il Museo e il Giardino di Villa Bardini e La Leggenda dei Frati” con Filippo Saporito. Infine, Christian Borchi, dell’Antica Porta di Levante di Vicchio, ha parlato della cultura e dei prodotti tipici nei borghi: “L’influenza del territorio sulla cucina nella terra dei Medici”. Oltre al tema dell’arte si è parlato anche dei dati sul turismo enogastronomico e la professoressa Roberta Garibaldi, dell’Università degli Studi di Bergamo ne illustrerà le tendenze nazionali e internazionali.
E’ stato il momento anche per fare il punto sull’Anno del Cibo Italiano in Toscana e di questo ne hanno parlato Mauro Rosati, Direttore Generale della Fondazione Qualivita, Stefano Ciuoffo – Assessore alle attività produttive, al credito, al turismo e al commercio della Regione Toscana e Marco Remaschi – Assessore all’agricoltura della Regione Toscana. Il pomeriggio è stato dedicato alla comunicazione enogastronomica: “Dallo story telling al menu: l’arte di sapersi raccontare” e a “Buone pratiche del Bel Paese a confronto”, dove Sicilia, Piemonte e Toscana dialogheranno sui temi del turismo e dell’enogastronomia.
Federico Taverniti