Come superare difficoltà e barriere per un turismo sempre più inclusivo

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Si è svolta recentemente a Milano la tavola rotonda ‘Inclusivitàneiviaggi’, tema purtroppo di grande attualità come dimostrano i risultati di un’indagine effettuata da Booking.com tra i viaggiatori lgbtq+ di 25 Paesi dalla quale è risultato che oltre l’82% ha subito esperienze sgradevoli in occasione di un viaggio. L’incontro – cui accanto a esponenti nazionali del mondo lgbtq+ ha partecipato in live streaming l’on. Alessandro Zan (autore della proposta di legge respinta dopo alterne vicende dall’ala del Parlamento più insensibile ai diritti civili e sociali) – ha rappresentato anche l’occasione ideale per presentare il Programma Travel Proud (ora esistente anche in italiano) che si propone di creare esperienze di viaggio inclusive e accoglienti per tutti.

È inutile illustrare il ruolo in ambito turistico svolto da Booking.com, straordinaria realtà olandese (è una delle aziende di e-commerce più grande a livello mondiale) che ha saputo rendere il mondo veramente alla portata di milioni di viaggiatori. Per la dimensione mondiale della sua attività e per l’eccezionale numero di contatti sia con l’offerta sia con la domanda Booking.com ha certamente conoscenze e sensibilità per formulare proposte e programmi che aiutino a rendere gradevole un viaggio o una vacanza. Un viaggio, una vacanza sono infatti un’esperienza composita in cui s’intrecciano la gioia di realizzare un sogno, la voglia di vivere un momento diverso e il desiderio di conoscere nuove località e Paesi o di rivivere sensazioni che sono rimaste nella memoria del cuore: ognuno ha il diritto di viverli con serenità e senza disagi.Booking.com ha affrontato le problematiche dei turisti lgbtq+ elaborando un sistema articolato su diversi strumenti: Proud Hospitality, un corso di formazione rivolto ai professionisti dell’ospitalità per aiutarli a capire le difficoltà e le barriere che i viaggiatori lgbtq+ devono affrontare nel corso di un viaggio (di lavoro o di piacere, da soli o in coppia) in una società tuttora condizionata da pregiudizi e in alcuni settori caratterizzata da una sottocultura basata su falsi principi e spesso portata al dileggio. Il programma fornisce informazioni pratiche e tecniche che possono facilmente e immediatamente essere applicate in modo da evitare incomprensioni e imbarazzi che creano disagi anche banali e involontari. Al termine del corso (gratuito, on line e fruibile anche in italiano) verrà attribuito il riconoscimento di struttura Proud Certified e assegnato un Badge Travel Proud che informerà della presenza di personale preparato a ricevere clienti lgbtq+.

Ultimo tassello è Travel Proud, una piattaforma di prenotazioni progettata per favorire viaggi inclusivi e accoglienti e creare le condizioni per far avere ai viaggiatori lgbtq+ un caloroso benvenuto e un soggiorno sereno nelle strutture prescelte come è diritto di ciascuno, indipendentemente da chi è e da chi ama. La piattaforma si basa su tre priorità: aiutare i viaggiatori lgbtq+ a sentirsi al sicuro identificando le strutture Proud Certified con l’icona Travel Proud che dà al viaggiatore  la certezza di potersi comportare nel modo più naturale; aiutare la struttura a essere il più ospitale possibile con l’attività di un operatore che stimoli tutto lo staff a essere inclusivi; usare un linguaggio, anche nella modulistica, che non crei disagi psicologici. Si tratta di un articolato programma che da un lato si propone di risolvere le principali esigenze dei viaggiatori lgbtq+ emerse dall’indagine (ricevere indicazioni mirate ai propri interessi e disporre di filtri che consentano di identificare le strutture che offrono esperienze positive ai viaggiatori lgbtq+) e dall’altro di ‘attrezzare’ anche culturalmente un ampio numero di operatori dell’ospitalità a ricevere questa tipologia di clienti in modo da essere attivi in una fascia di mercato estremamente interessante in Italia, in Europa e nel mondo come indicato dai numeri e dalla capacità di spesa.

In Bit, sono stati forniti i dati del turismo estero per il 2022 – anno caratterizzato in tutto il mondo dal desiderio di tornare a viaggiare anche se ancora frenato dal timore della pandemia – elaborati dall’osservatorio turistico di Aitgl (Associazione Italiana Turismo Gay & Lesbian). Premesso che non sono stati ancora recuperati i numeri pre-covid, dei 56 milioni di turisti esteri entrati in Italia 4 milioni sono stati lgbtq+ (circa il 7%) con un fatturato di 8,7 miliardi di euro (dato Bankitalia-Coldiretti) pari a circa il 26% dei 33,4 miliardi complessivi. Sono numeri che indicano un’ottima capacità di spesa: un soggiorno medio di 10 giorni e una spesa pro capite di 2227 euro al netto dei costi sostenuti per raggiungere il nostro Paese (secondo le elaborazioni di Bankitalia il turista lgbtq+ spende al giorno di più di quello etero: 187 contro 120 euro).

In Europa il fatturato di questo segmento (dati emersi a Iglta Milano 2022) ha raggiunto i 75 miliardi con trend in crescita annuale. Interessanti anche le previsioni di Unwto (United Nations World Tourism Organization) sul numero di turisti lgbtq+ nel 2030: supereranno nel mondo i 180 milioni con un giro d’affari di 218 miliardi di dollari (secondo altre valutazioni è un mercato che ha un valore mondiale di 500 miliardi di dollari annui con una spesa per turista tra i 2.000 e i 3.000 dollari). Dati e previsioni che testimoniano come non si tratti di una nicchia, ma di un segmento importante per l’economia di quei Paesi, tra cui il nostro, per i quali il turismo è fondamentale. È, quindi, del tutto  logico auspicare che gli operatori dell’ospitalità provvedano ad adeguare la propria attività alle esigenze di questa potenziale clientela e se l’alto livello di pulizia e cura (seconda richiesta del turismo arcobaleno) dovrebbe essere automatica, necessita invece di particolari adeguamenti comportamentali e psicologici la più diffusa richiesta di Diversity & Inclusion (comprende anche il concetto di sicurezza), cioè il diritto di vivere il viaggio o la vacanza in un’atmosfera serena senza subire discriminazioni più o meno palesi. Problematiche purtroppo esistenti anche in un Paese come il nostro che molte volte appare condizionato da subculture che oltre a essere inumane, regressive e nefaste sono dannose anche sul piano economico. Conoscere l’Italia è infatti il sogno della maggioranza dei turisti arcobaleno attratti dalle nostre ineguagliabili ricchezze artistiche, enogastronomiche e paesaggistiche: invece l’Italia è solo ottava in Europa non essendo ritenuta, sulla base delle esperienze maturate, sufficientemente ‘Lgbtq+ friedly’ a differenza di Spagna e Germania che svettano per accoglienza.

Alla luce dei dati relativi a presenze e fatturati e soprattutto dei trend previsti per il turismo lgbtq+ appaiono quanto mai tempestivi i programmi di formazione predisposti da Booking.com per aiutare le realtà che si occupano di ospitalità a inserirsi in uno dei business più interessanti dei prossimi anni, adeguandosi per esempio al recente Protocollo Diversity & Inclusion che consente a destinazioni e hotel di ottenere una certificazione validata da Rina, organismo internazionale in grado di misurare con criteri tangibili l’accoglienza inclusiva.

 

Info: foto di Deposit foto e di Devid Rotasperti