La spedizione “Q’eros. Gli ultimi Inca – Andes Perù Expedition 2022” – coordinata da Valerio Ballotta con al seguito due fotografi e un operatore – per conoscere usi e costumi di questa antica popolazione, ha risposto alla nosta intervista a conclusione del viaggio esplorativo per conoscere il popolo antenato degli Inca, i Q’eros
Siamo riusciti a collegarci ieri via telefono con la cittadina di Cuzco, in Perù, con la spedizione italiana che ha terminato la parte più importante e complessa della missione, per avere un commento del lavoro svolto e dei rapporti avuti con la gente Q’eros.
Abbiamo chiesto a Valerio Ballotta, responsabile della missione “Q’eros. Gli ultimi Inca – Andes Perù Expedition 2022”, com’è andata e quali sono, ad una prima analisi a caldo, i risultati positivi ottenuti ed anche quelli negativi, qualora ci siano stati. Ecco l’ampia intervista che lui e gli altri tre membri della spedizione ci hanno dato in esclusiva.
D. Avete raggiunto quali quote altimetriche dell’altopiano andino di Paucartambo? Questo è il territorio detto Nacion Qero dove vive questa popolazione, quali sono le tue impressioni?
Risposta: E’ stata un esperienza unica e credo per certi versi irripetibile. Si è formato un gruppo eccezionale con ciascun componente della spedizione a seguire le proprie competenze. Dopo essere stati a Cuzco a 3.300 m. s.m. il primo giorno ci siamo gradualmente spostati in località fra i 3700 e 3900 metri s.m. per altri 2 giorni in modo da acclimatare il nostro fisico. Di seguito abbiamo raggiunto Paucartambo che segna di fatto il confine fra il mondo “civilizzato“ e l‘area geografica che si raggiunge dopo 4 ore di pulmino. Siamo così arrivati al primo primo villaggio Qeros. La strada che ho appena descritto si snoda fra le Ande su strade impraticabili e non sicure, ma con panorami mozzafiato, fra i 4000 e 4500 metri dove si trova il primo avamposto Qeros, il villaggio di Chua Chua.
Da lì dopo ore di camminate abbiamo raggiunto le prime famiglie nelle loro tipiche case: i muri di fango e pietra sostengono i tetti di paglia. Fin dal primo incontro, con una famiglia che alleva e segue principalmente gli alpaca, ci siamo resi conto della loro grande ospitalità. Da lì per 4 giorni abbiamo viaggiato e vissuto fra i 4500 e 5000 metri dormendo in tenda e in scuole che ci hanno messo a disposizione, viste le pessime condizioni atmosferiche: piogge violente, neve e umidità al 100% che arriva con le nuvole che si formano nella vicina amazzonia e con temperature di poco sotto lo 0. Per il resto ci hanno spiegato che eravamo le prime persone ‘straniere’ che vedevano dopo il covid.
Per quello che riguarda il lavoro fotografico di Tommaso Vecchi e Alessandro Bergamini ci siamo resi conto fin da subito che ci sarebbe stato tantissimo lavoro fotografico e di qualità da fare come per le riprese e filmati per Giovanni Giusto. Aspetti negativi fortunatamente non ne abbiamo avuti. A livello di salute e di impegno fisico ci eravamo preparati al massimo nei mesi precedenti per un viaggio che sicuramente non si può affrontare con leggerezza.
I Qeros sono un popolo veramente pacifico e di grandi valori spirituali. Dagli Incas ad oggi sono riusciti a vivere a queste quote e in un ambiente così ostile grazie al rapporto con gli animali come Alpaca e Lama che sono per loro la maggiore fonte di sopravvivenza, oltre alle coltivazioni di patate e verdure.
D. La gente peruviana è amichevole nelle zone andine mentre, in metropoli come Lima, c’è di tutto, anche gente violenta. Come avete trovato questo popolo, cosa vi ha colpito maggiormente di loro?
R. La popolazione peruviana a noi è parsa molto ospitale a partire dalle tre persone che ci hanno accompagnato durante la spedizione dai Qeros. A Lima abbiamo solo fatto scalo per arrivare a Cuzco dove la prima cosa che ci ha colpito positivamente è stata la pulizia delle strade e l’ordine che c’è, oltre a un grande rispetto del patrimonio culturale della regione.
D. Avete capito perché vivono volutamente in modo così arretrato rispetto ai popoli cosiddetti ‘civilizzati’? Qual’è la loro religione e le pratiche sciamane vengono praticate anche dai Q’eros?
R. La scelta di vivere a quote così proibitive è difficile: viene tramandata dai loro antenati Incas ed hanno un grande rispetto delle loro tradizioni. La loro religione si basa su riti legati alla Madre Terra (Pachamama) e in modo particolare con gli spiriti delle montagne e gli animali. Non hanno nulla a che fare con lo sciamanesimo.
D. Vi siete adattati bene all’altitudine e avete dormito nelle loro case, per così dire rustiche? E col cibo com’è andata dato che voi siete dei buon gustai emiliani?
R. Per quello che riguarda l’adattamento fortunatamente non abbiamo avuto problemi. Per quello che riguarda il cibo ci eravamo presi una bella scorta dall’Italia per sicurezza, che poi abbiamo condiviso con i Qeros e a loro volta ci hanno fatto assaggiare i loro piatti che come base hanno patate, verdure e carne.
Il parere dei fotografi e dell’operatore della missione
Cominciamo da Alessandro Bergamini, esperto viaggiatore.
D. Data la tua passione per i viaggi avventura come giudichi questa esperienza: sei soddisfatto dell’aspetto fotografico ma anche come esperienza umana hai raccolto dati interessanti per quanto farete in Italia?
R. Dopo quasi un centinaio di viaggi in Asia mi sono affacciato per la prima volta al Sud America. Nello specifico nella regione di Cuzco sulle Ande. La zona che abbiamo scelto presenta notevoli difficoltà: la prima dettata dalla stagione in cui abbiamo intrapreso la spedizione: febbraio è il mese delle piogge ed il più umido. Seconda l’altitudine dato che abbiamo dovuto camminare per ore su ripidi sentieri per raggiungere vari villaggi e famiglie Qeros a 4500-5000 metri. L’incontro con i Qeros è stato sicuramente positivo e ci hanno introdotto sin da subito nel loro mondo e per quanto possibile ci hanno fatto sentire a casa nostra, nonostante tutte le difficoltà e poche comodità. Per quanto riguarda l’aspetto fotografico, la zona si presenta come un paradiso per un fotografo: paesaggi incredibili; i Qeros vestono sempre con abiti tradizionali e sembrano un tutt’uno con la loro terr
D. Ed ora Tommaso Vecchi. Tu che, pur essendo fotografo sei specializzato nella conoscenza delle diversità culturali tra i popoli lontani, come commenti questa esperienza?
R. Questa esperienza, sicuramente ben riuscita anche grazie all’affiatamento del gruppo, è stata incredibilmente ricca di emozioni e di scoperte. Vivere a stretto contatto con il popolo Q’eros ci ha permesso di approfondirne la loro cultura, usanze e tradizioni. Sono rimasto senza parole dinnanzi a tanta autenticità, conservata negli anni grazie a un loro credo che riunisce Madre Terra (Pachamama) e gli Dei delle montagne (Apus). Torniamo a casa stanchi ma arricchiti… e ora ci prepariamo per la nostra prossima meta!
D. Concludiamo con Giovanni Giusto, videomaker; cosa ti ha colpito maggiormente in questa spedizione e che spunti trarrai per la creazione del video che accompagnerà i vari eventi futuri?
R. La cosa che mi ha colpito maggiormente è vedere come dei popoli, che vivono in zone così remote nel mondo, riescano ad avere una tale apertura mentale nei confronti dello straniero; per loro siamo tutti fratelli e sorelle, non importa da quale paese veniamo o il colore della nostra pelle, abbiamo sempre qualcosa da insegnare o da imparare da chi non conosciamo. Sapere che al mondo ci siano ancora pensieri così puri e incontaminati, mi ha sorpreso e riempito il cuore. Spero di riuscire trasmettere questa loro genuinità e apertura mentale attraverso le mie immagini, invitando chi ha un idea di “confine” e di “straniero” diversa, a prendersi del tempo per pensare.
Info: Valerio Ballotta ci informa che – al rientro della spedizione – il team lavorerà per preparare il libro che sarà presentato in occasione della mostra che si terrà a Bergamo – alla Galleria Ceribelli – il 7 maggio. Sono poi in calendario diverse presentazioni a partire dal 13/14 maggio a Vignola sia alla Rocca di Vignola che alla Biblioteca poi il 9 settembre a Cento di Ferrara al Cinema Don Zucchini e il 15 ottobre a Gozo, Malta al Museo Heart of Gozo di Victoria. In tutti questi eventi oltre al libro saranno presentati i filmati preparati da Giovanni Giusto della 010 Films.
Foto di copertina: Cerimonia sul monte sacro Huamalipa (il nostro gruppo con i Q’eros); tutte le immagini sono dei 2 fotografi Bergamini e Vecchi.