La legge UE sul ‘Ripristino della Natura’ è entrata in vigore

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Il 18 agosto 2024 è entrato ufficialmente in vigore il Regolamento UE sul Ripristino della Natura, un passo decisivo nell’ambito del Green Deal europeo, che impone obiettivi chiari per il ripristino degli ecosistemi degradati dell’Unione Europea.

Il Regolamento non è solo una risposta alla crisi ambientale globale, ma una chiamata all’azione per i decisori di ogni Stato membro, Italia inclusa. La Nature Restoration Law, richiede che entro il 2030 almeno il 20% delle aree terrestri e marine dell’UE siano soggette a interventi di ripristino, con un’espansione progressiva fino a coprire tutti gli ecosistemi degradati entro il 2050.

Le priorità includono il recupero delle torbiere, delle zone umide, delle foreste e dei corsi d’acqua, elementi essenziali non solo per la biodiversità, ma per la resilienza climatica e in particolare per far fronte a siccità e alluvioni. Entro il 2030, l’Unione Europea si prefigge di ripristinare la connettività, rimuovendo ostacoli che creano più danni che benefici, in almeno 25.000 km di fiumi, contrastare il declino delle popolazioni di insetti impollinatori e promuovere la loro diversità. Inoltre, è previsto un miglioramento della biodiversità all’interno degli ecosistemi agricoli e forestali, contribuendo all’ambizioso obiettivo di piantare almeno tre miliardi di nuovi alberi a livello europeo entro lo stesso anno.

Questa norma rappresenta una svolta epocale, poiché non si limita a proteggere le aree naturali esistenti, ma introduce per la prima volta un piano mirato al recupero delle zone già degradate, con l’obiettivo esplicito di ripristinare i servizi ecosistemici che questi ambienti forniscono alla popolazione. Tutti i Paesi Membri dovranno sviluppare e presentare alla Commissione Europea i loro piani nazionali di ripristino della natura entro i prossimi due anni. Questi piani inizialmente verranno inviati come bozze e, dopo l’eventuale ricezione di osservazioni da parte dell’esecutivo dell’UE, dovranno essere finalizzati e pubblicati entro sei mesi.

Per l’Italia, questa normativa rappresenta una sfida cruciale e non più rimandabile. I nostri ecosistemi, e in particolare quelli acquatici, già sotto enorme pressione a causa dell’urbanizzazione, dell’agricoltura intensiva e dei cambiamenti climatici, necessitano di interventi urgenti e coordinati.

Andrea Goltara, direttore del CIRF, sottolinea l’importanza di sfruttare al meglio questa opportunità: “In Italia stiamo assistendo a un preoccupante aumento dell’artificializzazione di fiumi e territorio, con sempre più sbarramenti, opere e cemento, l’esatto contrario di quello che ci servirebbe per rendere il nostro Paese più resiliente al cambiamento climatico.  La Nature Restoration Law è un’occasione storica per una svolta che ci rimetta in linea con quello che già stanno facendo molti Paesi europei. È imperativo che il Governo, con il contributo di tutte le amministrazioni regionali e locali, definisca e metta in atto al più presto piani d’azione concreti e ambiziosi investendo seriamente nella riqualificazione ambientale. Il ripristino di più spazio e più natura nei nostri fiumi, in particolare, è cruciale non solo per la biodiversità, ma anche per ridurre gli impatti di alluvioni e siccità e migliorare la qualità della vita nelle nostre comunità.”

 

Copyright foto cover: Bruno Boz – foto interne: Bruno Boz, Andrea Goltara, redazione.

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