L’esperto d’arte centese Valerio Ballotta organizza la spedizione “Q’eros. Gli ultimi Inca – Andes Perù Expedition 2022” in Perù con due amici fotografi, per conoscere il popolo Q’eros, antenato degli Inca. Dall’esperienza nasceranno libro, video e mostra. Le fotografie saranno stampate in tirature limitate e vendute a supporto di progetti futuri e di beneficenza sul territorio emiliano
Tra le popolazioni che hanno lasciato tracce visibili molto importanti del loro passato vi sono gli Inca, chiamati anche Incas, che nell’attuale Perù, tra il XII e il XVI secolo, furono gli artefici di una delle maggiori civiltà precolombiane che si sviluppò nell’altopiano andino, giungendo a costituirvi un vasto impero.
La Partenza
Il progetto della spedizione “Q’eros. Gli ultimi Inca – Andes Perù Expedition 2022” prevede una ricerca sui popoli che vivono nei luoghi tra i più remoti nel mondo, in due tappe: la prima sarà sui Q’eros delle Ande peruviane, ne seguirà un altro per conoscere le popolazioni dell’Himalaya.
Tale progetto non si limita solo a questo viaggio (la partenza da Milano è stata il 6 febbraio), perché l’obiettivo è raccontare i popoli che abitano più ad alta quota neI mondo, così nei programmi di questo Gruppo, diverso da quello di molti avventurieri, c’è l’Himalaya (previsto a gennaio 2023). Ballotta, Bergamini, Vecchi e Giusto torneranno in Italia dopo due settimane portando con se immagini e filmati unici.
La nostra redazione resterà in contatto col team sino a che sarà possibile, nella trepida attesa di vedere il risultato di questo primo lavoro, le foto di Bergamini e Vecchi che saranno la base per un libro dedicato e una serie di mostre itineranti. “Questa idea è nata lo scorso 1 maggio – ci spiega Ballotta – quando Vecchi, con cui avevo già collaborato per la mostra ‘Time eMOTION’ al Museo Heart of Gozo Il-Hagar, mi fece conoscere Bergamini. Abbiamo iniziato a parlare di viaggi ed io, appassionato di montagna, ho proposto di farne uno assieme: ed ecco la scelta cadere su questo popolo del Perù”.
La cultura e I luoghi
Oggi la capitale dell’impero di allora, Cuzco e il notissimo Machu Picchu sono meta di un turismo internazionale e di ricercatori che ancora studiano questa civiltà e la sua popolazione, data per scomparsa in seguito all’invasione spagnola e alle guerre intestine a metà del 1500. La civiltà Inca unificò, conquistando o annettendo pacificamente, gran parte dei territori occidentali dell’America del Sud. Ai popoli conquistati venivano imposti l’idioma e la religione dell’impero, ma gli Inca stessi si arricchivano della cultura dei popoli annessi. Ma degli Inca qualcosa è rimasto e la spedizione che è partita domenica 6 febbraio 2022 dall’Italia per il Perù va proprio in cerca di queste tracce: gli eredi si chiamano Q’ero e seguono il tipo di vita e le tradizioni degli antichi predecessori. Saranno giorni molto duri per i quattro avventurosi della spedizione emiliana che partirà da Cuzco e, sull’itinerario del vertiginoso altopiano andino di Paucartambo, salirà in questo territorio chiamato Nacion Qero. I Q’ero vivono in condizioni estreme, ad altitudini comprese tra i 4.000 e i 6.500 mt, senza elettricità, senz’acqua e privi di ogni comfort. Parlano quasi esclusivamente la lingua Inca, il Quechua, e si considerano i loro ultimi discendenti.
Con i loro villaggi si sono insediati tra immense vallate, avvolte da coltri di nubi e freddi ghiacciai perenni. Ogni giornata è costituita soltanto da poche ore di luce, il resto è gelo e nebbia, spaccata dagli sgargianti colori dei loro abiti e dai suoni dei loro canti e delle loro musiche.
E’ una terra arida e poco fertile, vi crescono solo vari tipi di patate e sterpaglie. Poche specie di animali riescono a sopravvivere a queste altitudini e alla scarsità di cibo. Per i Q’eros sono fondamentali per la loro sussistenza lama, alpaca, pecore e cavalli. Degli alpaca in particolare si utilizzano la carne, il pelo per tessere gli abiti, il grasso per fare le candele e lo sterco come combustibile per il fuoco. l Q’eros oggi contano circa 750 unità. Raggiungere la maggior parte dei villaggi prevede estenuanti percorsi privi di strade battute tra le aspre altitudini delle Ande, fino ad altezze che raggiungono i 6.500 m. Il motivo di questa avventura è il capire come vivono le tribù, quali sono le loro tradizioni e i loro riti, ma in particolare comprendere il perché, nonostante le possibilità che il mondo di oggi ci offre, abbiano deciso di conservare il loro modo di vivere senza farsi influenzare dalle tendenze e dalle mode correnti.
Il Messaggio da lanciare
Al di là dell’aspetto culturale, questa spedizione ha anche un altro obiettivo: “Il messaggio del nostro viaggio è quello di non chiudere tutte le attività per via della pandemia. Come società intendo rilanciare e lo faccio investendo sui giovani. Infatti dopo il viaggio ci saranno le mostre e un libro”. Ma questo è un viaggio avventuroso, impegnativo, complesso e Valerio Ballotta ne è a conoscenza.
“L’obiettivo, con il lavoro dei fotografi, è di raccontare delle emozioni e dare al contempo dei segnali di Speranza. A livello personale ho anche la speranza dì vedere e poi raccontare come questi popoli stanno reagendo ai cambiamenti, prima di tutto climatici, poi quelli dovuti al Covid”. Bergamini e Vecchi sono rientrati da poco dalla Siberia; loro, quando possono, partono per mete lontane alla ricerca dei scatti unici. Ballotta, che vive abitualmente a Malta con la famiglia, è allenato per affrontare questa difficile prova? “Da sette mesi mi alleno costantemente e comunque non faremo una gara. Da giovane ho scalato anche 4.000 metri, ma qui si sale molto di più! C’è però da dire che a Cuzco ci sono delle terme meravigliose in alta quota, dovessi faticare troppo mi fermerò lì e li aspetterò al ritorno!”
L’ Organizzazione
Altro aspetto da non sottovalutare è la preparazione in un viaggio di questo tipo. Tale compito è di competenza di Bergamini che si occupa anche di viaggi turistici, con corsi per gli amanti della fotografia. “Non è un viaggio turistico, quindi la prima cosa che ho fatto è stata prendere contatto con la gente del luogo per arrivare al popolo Q’ero. Ci sposteremo esclusivamente a piedi e con un cavallo per portare le attrezzature; abbiamo l‘abbigliamento e il materiale tecnico forniteci da Mondo Montagna (Vignola) centro specializzato e gestito da Chiara Barbieri e Gianluca Paganelli. A mano a mano che avanzeremo chiederemo anche ospitalità nelle case in pietra e fango dove questo popolo abita. Là non vi è né elettricità né wi-fi quindi si tratta di un viaggio vero”.
I quattro protagonisti del Team
Valerio Ballotta, l’ideatore tra arte e avventura
L’ideatore dell’impresa – i cui partecipanti vivono tra Ferrara e Modena – è Valerio Ballotta, centese, 46 anni, esperto d’arte moderna e contemporanea, che da 8 anni vive con la famiglia a Malta.
Dal 1997 è stato coinvolto nelle sezioni commerciale e amministrative di importanti gallerie d’arte e musei italiani. Ha organizzato mostre per i grandi maestri del Novecento, oltre a collaborare con i maggiori artisti dei giorni nostri. Dal 2014 con la sua compagnia GBK Malta organizza a Malta e Gozo diverse mostre. Inoltre, segue alcuni collezionisti e collabora con gallerie d’arte e case d’asta in tutto il mondo. Per questa sua prima spedizione Ballotta ha deciso di mettersi in gioco e partecipare in prima persona. Non solo per vivere un’esperienza unica, ma anche per vedere dal vivo, come nasce e si sviluppa un reportage di viaggio. Sarà un test a contatto con la natura, l’isolamento e il silenzio del viaggio, ma anche per verificare i rapporti con le persone del luogo una volta arrivati ai villaggi ed entrati nelle loro case.
Alessandro Bergamini, foto, viaggi e culture d’altri mondi
Il primo tra i compagni di avventura è lui, Alessandro Bergamini, 35 anni, di Finale Emilia, ottimo fotografo ed esperto di viaggi che organizza con corsi per la fotografia; inoltre si occupa di volontariato con una società di basket inclusivo che opera nel Modenese. Durante i suoi viaggi nei paesi e luoghi più remoti del mondo, Alessandro riesce a cogliere attimi di luce tra tempo e spazio, in dimensioni di sconosciute culture, riuscendo a costruire un ponte spirituale e visivo tra volti e luoghi, colori e profumi. Alessandro ama quel rapporto silenzioso tra terre segrete e culture d’altri mondi, vivendo il culto e la devozione di un’umanità variopinta di pura essenza con delicatezza e grazia. Il suo percorso artistico si caratterizza nel cogliere la bellezza degli sguardi e gesti, nel pieno rispetto delle loro chiuse e timide usanze, riuscendo a interagire con loro esprimendo nelle sue visioni/emozioni anche il non visibile, le parole mute, le storie non raccontate, i sorrisi dell’animo curioso e nascosto, creando un vero e proprio patrimonio artistico/spirituale da vivere in ogni suo scatto. Fa parte del prestigioso Team di Grandi Viaggi Fotografici, e tra i numerosi premi come il terzo posto al concorso National Geographic Italia 2015, ha vinto di recente il concorso Ipa 2021 per il miglior libro fotografico ed è stato eletto “Travel photographer of the year”.
Tommaso Vecchi, con le foto cerca le diversità dei popoli
L’altro partecipante emiliano è Tommaso Vecchi, 27 anni di Renazzo, vicino a Cento, di professione infermiere ma grande appassionato di fotografia. Inizia ad avvicinarsi al mondo della fotografia nel 2013, quando gli viene regalata dai genitori la sua prima action cam. La sua motivazione principale è la ricerca della diversità culturale, per confrontarla con quella del paese di origine e per conoscere popoli e culture lontane. Il motivo principale questa volta è il capire come vivono le tribù, quali sono le loro tradizioni e i loro riti e comprendere il perché, nonostante le possibilità che il mondo di oggi ci offre, abbiano deciso di conservare il loro modo di vivere senza farsi influenzare dalle tendenze e dalle mode correnti. Vanta già pubblicazioni e riconoscimenti importanti, tra questi il National Geographic, il Digital Camera Magazine e concorsi: 35 Awards, ND Awards, The Indipendent Photographer, TPOTY e BIFA.
Giovanni Giusto, il videomaker che produce film
L’ultimo giovane ad aggregarsi al team è Giovanni Giusto, 30 anni, Genovese, video maker professionista per alcuni anni. Da ragazzo si appassiona alla fotografia in bianco e nero ed al mondo cinematografico. Questa sua passione per la fotografia ed i video lo porta ad intraprendere diversi viaggi, come in India, in Siberia, in Islanda, in Birmania, in Thailandia, in Vietnam. Nel 2020, fonda a Genova con Lorenzo Rapetti e Giovanni Robbiano la casa di produzione cinematografica 010 films che si occupa di produzioni cinematografiche internazionali, televisione, pubblicità e documentari.
Si ringraziano Chiara e Gianluca di Mondo Montagna (Vignola MO), negozio specializzato in abbigliamento per alpinismo, arrampicata, trekking, nordic walking, per la consulenza tecnica, il supporto e per le fondamentali attrezzature necessarie alla spedizione per il compimento di un itinerario di questo livello.
Foto cover e altre di Unsplash – Foto spedizione di Andes Perù Expedition
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