Mare Nostrum, a Parma una mostra che racconta il mare

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La mostra allestita all’APE Museo di Parma contiene installazioni inedite di arte contemporanea, brevi di storia del mare e della pesca, filmati inediti, per una riflessione sui temi ambientali  che stanno compromettendo gli ecosistemi marini

© Stefania Giorgi

Delicius, per festeggiare il suo 50° anniversario, ha allestito la mostra “Mare Nostrum”. 12 stanze immersive pensate in un crescendo emozionale; un percorso che intreccia arte contemporanea, storia e cultura, fotografia e immersioni video, per scuotere la coscienza del visitatore, rendendolo consapevole dei valori fondamentali che il mare offre al pianeta e all’uomo e dei rischi che sempre più ne minacciano la sussistenza. L’esposizione, realizzata in collaborazione con Fondazione Monteparma e APE Parma Museo, è allestita fino al 28 luglio 2024 nel centro espositivo della Fondazione.

Il mare a Parma, le vie del Garum: per conservare servono scatole, e sale. La mostra inizia con un’immersione nella storia dell ’“incidente geografico”: perché c’è il mare a Parma? Il distretto ittico dell’industria conserviera si inserisce nei primi decenni del ‘900 grazie al passaggio della ferrovia. In mostra: dalla patina materica e antica dell’affresco parmigiano di Carlo Mattioli dedicato alla pesca, alle croste di sale sull’anfora che trasportava il Garum, alla ruggine che mangia i colori delle scatolette storiche per la conservazione del pesce decorate con i personaggi verdiani, apparendoci sedimentata nella sua profondità in un immaginario corroso dal tempo.

© Andrea Lops

Ode al sale: conservazione e poesia. Il sale è il diamante del mare. I suoi cristalli preziosi hanno molti valori collegati di cui abbiamo continua esperienza ed è possibile fin dall’antichità conservare il pesce che proprio il mare offre.  Il Garum, prelibata salsa a base di pesce azzurro molto apprezzata nella cucina degli antichi romani, diviene così uno stimolo e una testimonianza del sistema degli scambi e delle relazioni che attraversarono il Mare Nostrum. In mostra: la stanza dell’anfora e la stanza del sale in cui, come sulla luna, si incontra il paesaggio astratto e materico di una salina circondato dai versi di Neruda lasciati arrugginire e buttati a terra o la stanza dell’acqua in cui i riflessi delle immagini poetiche dal fondo del mare verso il cielo illuminano sullo sfondo una grande scritta di metallo azzurra che vibra anche grazie alle parole di Montale.

Viva Verdi, dalla musica alle conserve. Tutto ha inizio quando Napoleone Bonaparte offre un generoso premio a chi avesse trovato un modo per conservare il cibo per lungo tempo, da qui un conseguente passo avanti nell’industria e boom di marchi e scatolette. All’epoca si usavano immagini facilmente memorizzabili quali animali, eroi mitologici, personaggi famosi. Tra questi in Italia spicca il parmigiano Giuseppe Verdi.

Packaging e falsi proclami. In pochi decenni le norme che regolano le informazioni riportate sul packaging diventano pilastri della sicurezza alimentare. Le confezioni diventano venditori silenziosi in grado di comunicare per distinguersi.

Nelle notti di scuro. Anni di pesca intensiva e illegale hanno messo in difficoltà il delicato equilibrio delle specie marine rendendo ormai urgente una riflessione sull’utilizzo di questa risorsa in chiave circolare e rigenerativa. In mostra: la pesca viene raccontata con un mosaico romano e con un video contemporaneo che descrive una pesca ancora sostenibile, a basso impatto, una sfida senza trucchi e senza tempo.

Il Banco di Acciughe, Paolo Mezzadri – dettaglio – Foto © Stefania Giorgi  

Il canto del mare. I suoni del mare hanno un grande valore, non solo legato alla percezione umana e alla contemplazione della natura. La bioacustica è una nuova scienza che permette di studiare l’ecosistema marino attraverso i suoni, a noi udibili o non, emessi dalle creature del mare.  In mostra: lo spazio completamente nero perde le proprie dimensioni e lascia il visitatore in una sospensione senza riferimenti come fosse immerso negli abissi.

La memoria dell’acqua. Dopo questo annullamento nel buio si incontra una stanza di luce, quella della memoria dell’acqua in cui rasserenarsi e ricordare che l’acqua è vita ma è anche la materia esistenziale che stimola una riflessione intima in ognuno di noi come nei grandi poeti e nei grandi artisti.

Ocean Drifter. Uscendo da questa istallazione poetica, la strada è sbarrata da un grande fotografia che dimostra come la vita marina tenti di sopravvivere ancorata ai rifiuti che vagano alla deriva negli oceani: Ocean Drifter di Ryan Stalker è la fotografia che ha vinto il British Wildlife Photography Award 2024.

© Andrea Lops

Eden (perduto?). Ogni anno grandi quantità di sostanze inquinanti entrano negli oceani di tutto il mondo. Plastica, pesticidi, fertilizzanti, detergenti, prodotti chimici industriali, petrolio stanno alterando l’ecosistema marino, contaminando le acque e mettendo a rischio la biodiversità. In mostra: per rappresentare questo tema è stato chiamato l’artista Giacomo Cossio che ha realizzato l’opera Eden. Una stanza architettonica che contiene un giardino pensile completamente verniciato di nero come se fosse petrolio. Nel corso della mostra le piante torneranno a germogliare, si toglieranno la vernice di dosso, rifioriranno e modificheranno l’installazione artistica, ricordando come si può sempre ritornare alla vita.

Sguardo verso l’alto – le sculture come spunti di riflessione. L’istallazione finale è di Paolo Mezzadri e consiste in lettere buttate a terra che risalgono lungo lamiere grezze, assumono sembianze umane e guardano verso l’alto, aspirando così a diventare concetto e coscienza, come il monito sulla natura scritto da Giacomo Leopardi. La mostra si conclude con il Laboratorio in cui Delicius, come Società Benefit, presenta il suo impegno sull’ambiente proponendo momenti di confronto e di sensibilizzazione su questi temi con appuntamenti fino alla fine dell’esposizione.

Foto di apertura: Il Banco di Acciughe, Paolo Mezzadri – dettaglio – Foto © Stefania Giorgi

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