Procida è la Capitale italiana della cultura per l’anno 2022. Dopo le audizioni delle dieci città finaliste, la giuria presieduta dal prof. Stefano Baia Curioni e composta da Salvatore Adduce, Francesca Cappelletti, Roberto Livraghi, Cristina Loglio, Franco Iseppi e Giuseppe Piperata ha proceduto alla valutazione dei dossier di candidatura presentati e alla scelta della vincitrice. La proclamazione è stata annunciata nel corso di una conferenza stampa dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Dario Franceschini alla presenza dei sindaci delle dieci città finaliste: Ancona, Bari, Cerveteri, L’Aquila, Pieve di Soligo, Procida, Taranto, Trapani, Verbania, Volterra.
Franceschini: “Viva Procida, ci accompagnerà nell’anno della ripartenza”
“Viva Procida che ci accompagnerà nell’anno della ripartenza e della rinascita” ha detto il Ministro per i beni e le attività culturali e per il Turismo, Dario Franceschini, nel momento della proclamazione. “Oggi la designazione della Capitale italiana della cultura 2022 – ha continuato il Ministro – è un segnale per guardare al futuro. E’ un anno complicato per tutti, stiamo cercando di sostenere in ogni modo le attività culturali e turistiche e la designazione di oggi della capitale italiana della cultura per il 2022 è un segnale per il futuro, per la ripresa. Nel 2022 saremo tornati alla normalità e la cultura e il turismo torneranno importanti e fortissimi come lo erano prima della pandemia. L’ideazione della capitale italiana della cultura che risale al 2014, determina un percorso di valorizzazione di tutte le città al di là della vincitrice, mettendo in moto un meccanismo virtuoso e attrattivo. Raccolgo l’invito del Presidente Baia Curioni di trovare anche un meccanismo per premiare non soltanto la città vincitrice ma anche le nove finaliste”, ha concluso Franceschini.
“Meritavano tutte le 10 città finaliste. Ci hanno sfidati per la qualità. E quel che è importante è che tutti questi territori si sono affidati alla cultura per il loro sviluppo e l’idea che il patrimonio culturale sia la base stessa dello sviluppo è qualcosa di innovativo e fondamentale. Noi speriamo in un meccanismo di emulazione dei territori”. Così il Presidente della Giuria, Stefano Baia Curioni.
“Procida può essere considerata una metafora di tanti luoghi, di tante amministrazioni, di tante comunità che hanno riscoperto l’entusiasmo e l’orgoglio del loro territorio e che con questo titolo vogliono costruire un riscatto importate per le proprie terre” ha affermato il sindaco di Procida, Raimondo Ambrosino.
Le motivazioni per la scelta di Procida
Questa la motivazione con cui la commissione ha scelto Procida come Capitale italiana della cultura per l’anno 2022: “Il contesto dei sostegni locali e regionali, pubblici e privati, è ben strutturato; la dimensione patrimoniale e paesaggistica del luogo è straordinaria; la dimensione laboratoriale che comprende aspetti sociali di diffusione tecnologica è importante per tutte le isole tirreniche, ma è rilevante per tutte le realtà delle piccole isole mediterranee”. Significativa anche la valutazione del progetto, che “potrebbe determinare grazie alla combinazione di questi fattori un’autentica discontinuità nel territorio e rappresentare un modello per i processi sostenibili di sviluppo a base culturale delle realtà isolane e costiere del Paese. Il progetto è inoltre capace di trasmettere un messaggio poetico, una visione della cultura che dalla piccola realtà dell’isola si estende come un augurio per tutti noi, al Paese nei mesi che ci attendono.”
Il Dossier di Procida
‘Procida, La cultura non Isola’ è il titolo del dossier di candidatura che evidenzia come “la terra isolana è luogo di esplorazione, sperimentazione e conoscenza, è modello delle culture e metafora dell’uomo contemporaneo. Potenza di immaginario e concretezza di visione ci mostrano Procida come capitale esemplare di dinamiche relazionali, di pratiche di inclusione nonché di cura dei beni culturali e naturali”. Al titolo di Capitale italiana della cultura 2022 hanno partecipato ventotto città. A metà novembre 2021 sono state rese note le dieci finaliste. Le singole delegazioni hanno presentato i progetti elaborati per ciascuna nel corso di un’audizione pubblica, che si è svolta il 14 e 15 gennaio: sul canale YouTube del MiBACT dove è presente una playlist con la registrazione di ogni intervento.
Il titolo di ‘Capitale italiana della cultura’
Istituto nel 2015 e tradizionalmente di durata annuale, il riconoscimento di Capitale italiana della cultura è stato fin qui detenuto dalle città di Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna, Siena e Parma – che hanno condiviso l’esperienza nell’edizione d’esordio che ha attribuito il titolo alle finaliste del titolo di capitale europea della cultura vinto da Matera (2019) – da Mantova (2016), da Pistoia (2017) e da Palermo (2018). Non assegnato nel 2019, anno in cui Matera è stata Capitale europea della cultura, è stato attribuito a Parma per il 2020 poi esteso anche al 2021 a causa dell’emergenza sanitaria. Per il 2023 saranno Bergamo e Brescia a condividere il titolo di Capitali italiane della cultura, una scelta voluta dal parlamento a favore dei territori duramente colpito dalla prima fase emergenziale.