Il Castello di Torre in Pietra, azienda vinicola dalla straordinaria importanza storica come il territorio su cui è ubicata, dalle sue origini intriganti e dalla oculata gestione, ha modificato nel tempo le attività produttive mantenendo inalterato lo stile architettonico della sua struttura. Un meritevole ampliamento della sintesi è dovuto in ossequio alle nobili dinastie che hanno posseduto la proprietà tramandandola fino ai nostri giorni. Un possedimento che da Borgo fortificato per difendersi da attacchi briganteschi in epoca Romana, dopo 700 anni di storia procede con successo nell’era tecnologica e del commercio.
E’ quanto racconta l’attuale proprietario Luigi Albertini, gestore di un patrimonio appartenuto nel Medio Evo alla nobile famiglia Aldobrandeschi. “Nel ‘500 fu acquistato da Papa Sisto V Peretti per la sorella Camilla e per lei trasformato in residenza di campagna. Nel ‘700 passa alla famiglia Falconieri. Dal 1926 la tenuta è acquistata da Luigi Albertini, storico direttore del Corriere della Sera e nonno degli attuali proprietari del Castello.
A seguito di scavi nel ventre della collina di tufo formatasi dalle ceneri del vulcano di Bracciano ad opera di Camilla Peretti fu ricavata la cantina e coltivata la vigna soprastante. In seguito a ulteriori scavi nella collina tufacea intrapresi dopo oltre tre secoli, nel 1938 per ampliamenti, vennero alla luce numerosi resti di elefanti preistorici (Elephas Europeus), divenuti il simbolo della cantina stessa e dimora ideale per la lavorazione e conservazione dei vini pregiati.
A Luigi Albertini è riconosciuto il merito di avere introdotto, tra i primi in Italia, la razza bovina Frisona per la produzione di latte. La tenuta di 2.500 ettari fu infatti indirizzata alla produzione e trasformazione lattiero-casearia, creando il noto marchio “Torre in Pietra” e ampliando nella parte collinare i vigneti.
Un’osteria nella grotta del Castello di Torre in Pietra
E’ l’Osteria dell’Elefante, nome dedicato agli elefanti preistorici che da 400mila anni riposano nella collina di tufo sorta dalle ceneri del vulcano di Bracciano, dove maturano i vini bianchi e rossi di Filippo Antonelli e Lorenzo Majnoni. Il menu stagionale è preparato il più possibile con prodotti locali biologici in parte coltivati nella stessa azienda agricola di Castello di Torre in Pietra (legumi, pasta di farro, olio extravergine d’oliva). In cucina lo chef romano Marco Di Luca, classe ’74 vanta esperienze in Europa e Italia: alla Brasserie Blanc di Bristol, all’Antico Arco sul’Aurelia, all’hotel Parco dei Principi in via Frescobaldi di Roma, alla Vinosteria di via dei Sabelli e altre. Propone piatti della campagna romana in abbinamento ai vini delle tre cantine di famiglia: Castello di Torre in Pietra; Antonelli San Marco in Umbria e Majnoni Guicciardini in Toscana..
Il menu’ propone ricette come i cannoli ripieni di baccalà gratinati con crema di ceci e i tonnarelli alla carbonara di porcini, tra i primi. Oppure: il galletto cotto a bassa temperatura e ripieno di patate al rosmarino e crema di peperoni o il filetto di maiale in crosta di patate gratinate con crema di cedro e arance candite tra i secondi. Ma si può cominciare con un Tagliere dell’Elefante (bruschetta con mousse di fegato e arance, formaggi misti della Tuscia, prosciutto semi-dolce Reatino, porchetta fatta in casa, anatra in oleo-cottura, flan di melanzane e ricotta, coppa Reatina e concludere con un dolce dello chef Di Luca, come un Tiramisù al bicchiere o un semifreddo al pistacchio e cioccolato bianco. Buono il rapporto qualità prezzo: 3 portate 30-32€, pane e dolci sono fatti in casa.
In quanto ai vini…
I vini bianchi prodotti sono: Elephas Bianco IGT Lazio (dedicato ai resti del mammuth rinvenuti nelle cantine), ottenuto da un uvaggio di trebbiano, fiano e vermentino, dai profumi freschi e mediterranei. Chardonnay Igt Lazio, ottenuto in purezza da vendemmie scalari nel tempo per ottenere il giusto equilibrio tra corpo e freschezza. Fermentazione in acciaio e in parte in tonneaux con lieviti selezionati, affinamento sur lie in acciaio per tre mesi con ri-sospensione settimanale delle fecce fini. Vermentino Igt Lazio, da uve Vermentino in purezza da sempre presenti anche in questa area del litorale tirrenico. Si caratterizza per la sua purezza aromatica e la sua sapidità, espressione del nostro terroir mediterraneo caratterizzato dalla vicinanza del mare. Per menzionare solo alcune qualità. La produzione complessiva di vino (bianchi, rossi rosati e bollicine) è di circa 200 mila bottiglie l’anno, posizionate in un segmento di mercato dall’ottimo rapporto qualità/prezzo. Dal 2011 tutti i vini imbottigliati sono certificati Bio.
Sono terre di origine pleistocenica, ricche di detriti marini, in parte franco-sabbiosi (utilizzati per i vitigni a bacca bianca), in parte franco-argillosi (per quelli a bacca rossa). Il sistema di allevamento è a filari a cordone speronato basso e guyot, la densità di impianto di 5.000 ceppi/ettaro. I vigneti con esposizione sud e ovest, le moderne attrezzature, la competenza dei tecnici in vigna e in cantina, sono tutti aspetti determinanti per la produzione di un vino di qualità. Le vigne, su 52 ettari, sono coltivate secondo i dettami dell’agricoltura biologica e ricadono nel territorio del comune di Fiumicino, nell’ambito della DOC Roma.
Completano la gamma del Castello di Torre in Pietra l’olio extravergine di oliva nella versione più strutturata (Sinfonia) e più delicata (Armonia). E inoltre miele, farro, ceci e pasta di farro, tutti prodotti che si possono acquistare giornalmente nel punto vendita all’interno della bella cantina scavata nel tufo. IL Sabato l’azienda propone anche le verdure e gli ortaggi Bio dell’azienda Caramadre. I clienti dell’osteria hanno inoltre accesso alla visita delle sale del castello per ammirare le la pinacoteca che include personaggi famosi e raffinati affreschi.
Info: Piazza Torrimpietra, 2 – Torrimpietra – Fiumicino (Roma) E-mail: info@castelloditorreinpietra.it – Visite guidate: 347 64 60 481 – Degustazioni in cantina: 06 61 697 070 – web: http://www.castelloditorreinpietra.it