Bosco del Sasso, la nuova realtà che rilancia i pregiati vini dell’Oltrepò Pavese

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Il turismo esperienziale e quello dei cammini cercano nuove mete, l’enoturismo è un fenomeno che resiste ancora, anzi cresce l’interesse con sempre nuovi adepti che cercano aree vitivinicole meno conosciute e viaggi sensoriali. Dall’estero è forte il richiamo per le biodiversità ed i percorsi eno-naturalistici. Il territorio dell’Oltrepò Pavese è uno di questi

Le bellissime colline dell’Oltrepò Pavese sono un angolo ancora in gran parte da scoprire, alla scoperta di borghi, vigneti, percorsi e natura ed esperienze. E’ un territorio con grandi potenzialità da valorizzare, e così pure sono da rilanciare i suoi numerosi vini, un tempo molto noti ma tuttora di notevole livello, piacevolissimi e adatti ad abbinamenti non solo con i variegati piatti di questo territorio lombardo, incuneato tra l’alta Emilia, la Liguria ed il Piemonte, che cerca un meritato rilancio.
Una terra dove il tempo si è fermato, almeno un pò… lo rilevo nei piccoli borghi collinari, colloquiando con la gente, i vignaioli, i ristoratori, i produttori di salumi e formaggi; tutti coi loro modi semplici, gentili ma veri. La schiettezza longobarda qui si fonde con la cordialità delle genti emiliane: l’amore per queste lunghe vallate e l’impegno a far crescere i prodotti vitivinicoli è un valore concreto per aprirsi a nuove prospettive come quelle di un turismo lento che vuole scoprire vallate e territori, vini e prodotti e quanto si sta facendo per rilanciarli, non per stravolgerli.

L’Appennino in Lombardia, così è chiamato questo territorio, si distingue per la lunghezza e la profondità delle sue vallate, che alternano, vigneti a colline e calanchi, sentieri a boschetti con piccoli borghi che digradano verso le località di pianura più conosciute come Castel S. Giovanni, Broni, Stradella, Canneto Pavese, Casteggio e Voghera, attraversata dal 45° Parallelo. Un Appennino diverso, molto variegato, la meta giusta per un weekend lungo in molti mesi all’anno. Ma il brand Oltrepò richiama da sempre a vini importanti quanto sottovalutati per troppo tempo: qui la tradizione vitivinicola è nata svariati secoli fa ed oggi vi sono oltre 13.000 ettari impiantati a vigneto. Questa terra, che rappresenta il 60% della produzione vinicola lombarda e la terza area mondiale per il Pinot Nero, è il cuore pulsante della viticoltura italiana.
Oltre al Pinot Nero, vitigno da cui si ricava lo spumante metodo classico DOCG, posizione, terreni e microclima lo rendono una zona ideale per diversi vitigni, siano autoctoni od internazionali, quali Riesling e Croatina. La denominazione Oltrepò Pavese è riservata ai vini DOC la cui produzione è consentita nella zona chiamata in egual modo, compresa nella fascia collinare della provincia di Pavia a sud del Po. A partire dalla vendemmia 2007 è stata riconosciuta la DOCG al vino spumante ‘Oltrepò Pavese metodo classico’.

L’azienda Bosco del Sasso
Bosco del Sasso è una giovane e dinamica realtà vitivinicola con salde radici nella tradizione e con lo sguardo rivolto al futuro.
Le terre di questa azienda agricola si trovano sulle colline dell’Oltrepò Orientale, nella frazione Roncole di Canneto Pavese, a soli 50 km da Milano: una terra a cui Manuela Elsa Centinaio, la titolare (nella foto), si dedica con competenza e rispetto del territorio, coadiuvata dal fratello Gian Marco, molto conosciuto a livello politico nazionale in quanto è stato pochi anni fa ministro dell’Agricoltura e Turismo, mentre ora riveste l’importante carica di Vice Presidente del Senato. L’imprenditrice lombarda, Amministratore Unico, vanta una lunga esperienza nel settore agroalimentare. Laureata in Scienze e Tecnologie Alimentari, ha lavorato come responsabile qualità per importanti aziende del ‘food and beverage’ ed oggi è consulente.

Da sinistra: l’enologo Michele Zanardo, la signora Manuela Centinaio e Roberto Galli, sommelier

L’intero processo di produzione del vino dall’inizio – dalla scelta delle viti da coltivare, fino alla fase di vendemmia, vinificazione e imbottigliamento del vino – è affidato all’esperto enologo veneto Michele Zanardo. Alla sua competenza è stato affidato l’intero processo di produzione del vino dall’inizio – dalla scelta delle viti da coltivare, fino alla fase di vendemmia, vinificazione e imbottigliamento. Nel dicembre scorso è stato nominato membro del Comitato nazionale vini Dop e Igp, un riconoscimento del suo impegno per la qualità vitivinicola italiana.
Manuela Elsa Centinaio, ha accolto con entusiasmo questa nomina: “La bravura e il piglio di Zanardo ci aveva conquistato da subito. La sua competenza ed esperienza sono sicuramente garanzia di tutela delle nostre eccellenze vitivinicole. Non posso che essere ancora più onorata di avere la sua professionalità a Bosco del Sasso”.

Esperienza di Vigna: un viaggio sensoriale

Bosco del Sasso è un luogo dove natura e lavoro si incontrano ogni giorno, dove il paesaggio si intreccia con la fatica e la soddisfazione dei risultati ottenuti.
Un filare di cipressi segna l’ingresso all’azienda e accoglie chi arriva in un paesaggio di dolci pendii e terreni impervi, simbolo dell’enologia locale. E’ in questi quattro ettari di vigneti a forma di cuore che esperienza e sapere si intrecciano alla fatica quotidiana, trasformando ogni vendemmia in un momento unico.
Tra colline ripide, terreni sabbiosi e argillosi, esposti al sole da sud-est – prosegue Manuela, trascinata dall’entusiasmo di questa bella avventura che sta crescendo grazie al suo costante impegno – coltiviamo Croatina, Barbera, Uva Rara e Ughetta Vespolina, espressioni autentiche del nostro terroir”. Siamo nel cuore dell’Oltrepò Pavese Orientale, in un Comune che fino agli anni ’70 vantava la più alta densità vitata d’Italia: 500 ettari su appena 5,8 km² con altitudine tra i 130 ed i 280 metri s.m.

Abbiamo scelto questo territorio per il suo potenziale produttivo e la sua bellezza ambientale – mi spiega Manuela Elsa Centinaio che ha acquisito questi bellissimi terreni nel 2022. – I vigneti qui sembrano abbracciarti, offrendo un’esperienza che riconnette alla terra e riesce a staccarti dalla quotidianità e dai ritmi frenetici. Tra poco più di un anno – prosegue la signora Centinaio – il casolare del podere potrà ospitare le degustazioni: le nostre sono produzioni atipiche, molti wine lover e clienti aspettano questo momento con trepidazione!”.
Il nostro marchio – sottolinea Manuela – è simbolo di identità e appartenenza: un cipresso, un sasso e un calice. La nostra vigna, il nostro vino! Il payoff che abbiamo scelto, “coltivare la vite qui è un atto di passione”, racconta un viaggio sensoriale che coinvolge tutti i cinque sensi, un’immersione totale nel mondo del vino”.

Poche tipologie di vini puntando sulla qualità

Oggi la tendenza delle Aziende Agricole medio piccole è molto diversa da quanto si faceva un tempo: le tipologie dei vini sono ridotte, la carrellata di 10/15 etichette diverse è lasciata a cantine o cooperative di produttori.

Ho molto apprezzato la strategia della famiglia Centinaio: presentare 4 prodotti di alta gamma da proporre ad un pubblico di estimatori che sa apprezzare tali vini che contribuiscono ad alzare il buon nome del comprensorio vinicolo pavese. Al momento la produzione di Bosco del Sasso si concentra su quattro tipologie di vino: Buttafuoco, Buttafuoco Storico, Pinot Nero Extra Dry e Metodo Classico.

Il primo nato è stato il 19 09 Extra Dry, un vino spumante fresco e profumato, ma anche con buona struttura e persistenza. Prodotto con il Metodo Martinotti (Charmat) conserva il brio tipico degli spumanti giovani. Uno vino che si presenta deciso, ma arrotondato da una lieve nota morbida (Extra Dry), dal colore giallo paglierino, con un perlage fine e persistente e una gradazione di 12,5; è ideale a tavola come “primo” vino da pranzo, da servire sia come aperitivo, sia con antipasti.
Abbiamo cercato di produrre un vino che sposi fragranza a facilità di beva, giovane e con note fruttate – spiega Michele Zanardoun vino prodotto con uve del Pinot Nero raccolte in Oltrepò Pavese, con attenzione alla qualità e con un occhio che guarda alla tradizione. Queste caratteristiche danno a Bosco del Sasso le giuste caratteristiche per potersi affermare nel mondo del vino“.

Alla Milano Wine Week 2023, l’azienda ha presentato la sua seconda etichetta: il Buttafuoco, vino iconico di un territorio, ed espressione delle ripide colline in cui nasce. Il Buttafuoco Bosco del Sasso, vino rosso potente ed aromatico, si fa ricordare dopo il primo sorso. Ottenuto da un uvaggio di Croatina, Barbera, e Uva Rara, viene vinificato in acciaio e affinato in bottiglia. Nel bicchiere, si nota il suo colore rubino intenso; il sapore è avvolgente, morbido e di grande struttura. I sentori di frutta rossa matura Buttafuoco Bosco del Sasso, vino rosso potente ed aromatico, che si fa ricordare dopo il primo sorso. Ottenuto da un uvaggio di Croatina, Barbera, e Uva Rara, viene vinificato in acciaio e affinato in bottiglia. Nel bicchiere, conquista il suo colore rubino intenso; il sapore, invece, è avvolgente, morbido e di grande struttura; i sentori di frutta rossa matura, decisi ed eleganti, lo rendono ideale se abbinato a piatti gustosi e di carattere, come carni rosse, cacciagione e formaggi a pasta dura.

Il Buttafuoco Storico è la terza bottiglia della casa. Una produzione in collaborazione con il Consorzio Club del Buttafuoco Storico che disciplina e valorizza questo vino simbolo del territorio. In bottiglia si trova l’intero frutto della vigna: metà di uva Creatina che conferisce corpo e colore, un quarto di Barbera che definisce la struttura, l’acidità dell’Ughetta di Canneto, e l’Uva Rara che unisce armoniosamente i vitigni simbolo delle colline circostanti, dove il clima abbastanza freddo in inverno, ma caldo e ventilato in estate, e l’esposizione ideale delle vigne al sole garantisce la maturazione graduale e completa dei grappoli.
L’affinamento di questo Buttafuoco Storico è in legno. Un rosso intenso che conquista al primo assaggio: si avvertono la giovinezza e il tannino; i profumi dei frutti rossi e delle note speziate calde: sentori di visciola, ciliegia, cannella, noce moscata e un tocco di mirto. Un vino profondo, seducente, con sentore di frutti rossi croccanti, che si abbina a meraviglia ai primi piatti con sughi di carne, brasati, bolliti, carni rosse, selvaggina, cacciagione e formaggi stagionati, come da tradizione oltrepadana.

Nasce Lunaria, il Metodo Classico Brut della Vigna di Canneto Pavese, il nuovo orgoglio di casa. Il nome, Lunaria, è anche un poetico rimando alla bellezza-raffinata della pianta omonima che con i suoi frutti ricorda, per forma e sfumature, proprio la luna piena ed il suo potere.
Dal Pinot Nero, uno dei vitigni iconici del territorio con ripidi pendii sassosi e calcarei, questo Brut Metodo Classico che esprime attraverso la spumantizzazione, le qualità uniche di questa uva vinificata in bianco. I riflessi giallo paglierino e il perlage fine ed intenso, sono un ulteriore omaggio al madreperlaceo satellite. Delicati ed eleganti i sentori di frutta secca ed agrumata, che si contrappongono, a livello gustativo, ad un corpo vigoroso ed à- una decisa persistenza, con una struttura elegante e di buona acidità. Un vino perfetto come aperitivo con salumi, formaggi freschi o di media stagionatura, o in abbinamento con antipasti di pesce, crostacei o cucina di mare gourmet. La bottiglia è un ulteriore rimando all’atmosfera notturna, con colature dorate e venature materiche in rilievo sull’etichetta, che ricordano filari.

Info: www.boscodelsasso.it