Schwaz, perla d’oro del Tirolo grazie alle miniere d’argento

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L’estrazione del prezioso metallo nel XV e XVI secolo visse una stagione di ricchezza e speldori, come testimoniano oggi castelli, palazzi e chiese. Nei manieri di Tratzdorf e di Freundsberg è passata la storia. Imperdibile la discesa in trenino sui luoghi di estrazione e il paradiso naturale alpino del Karwendel

E’ curioso diventare una città d’oro per effetto della ricchezza prodotta dall’argento. Ma a Schwaz è proprio così. La città del Tirolo deve molto a questo metallo, tanto da essere al centro di un’area turistica che viene chiamata Silberregion. L’argento ha cambiato la sorte di Schwaz, o meglio l’hanno cambiata le sue miniere. Il periodo minerario, che ha vissuto il suo culmine tra il XV e XVI secolo, quando Schwaz nel territorio dell’attuale Austria era seconda per abitanti solo a Vienna (ne contava 25.000, un’enormità per l’epoca), ha donato ricchezza e molto altro.

Un periodo durato molto, fino a quando l’argento a buon mercato dalle Americhe non ha stravolto il mercato. Quel periodo è ancor oggi ricordato come il momento più fulgido nella storia della città e della stessa valle dell’Inn. Castelli, palazzi e chiese lo stanno a testimoniare con eloquenza. Una curiosità. Nella vicina Hall in Tirol era stata creata la prima zecca europea, che coniava talleri, ovvero gli antesignani dei dollari. Schwaz era il più importante distretto minerario d’Europa, tanto che a livello finanziario lo gestirono anche i Fugger, potenti banchieri tedeschi di Augusta.

Mantella e caschetto, poi sul trenino giù in miniera

Le antiche miniere da qualche anno sono visitabili e costituiscono la principale attrazione turistica di Schwaz. Scendere nelle viscere della montagna a bordo di un trenino scoperto da miniera, strettissimo, mette adrenalina. Ma i binari non sono quelli di una montagna russa, ma di una galleria vera: un tunnel di dimensioni ridottissime che inghiotte i vagoncini e li fa scendere nel ventre della montagna. Con il cuore in gola, protetti da una mantella color argento e da un caschetto, ci si trova nel cuore della miniera di un tempo, immersi in un emozionante viaggio multimediale con guida, audioguida in più lingue (italiano compreso), video e figure animate che ricordano la fatica e la perizia del lavoro del minatore. Imperdibile! Da qui proveniva oltre l’80% della produzione mondiale d’argento.

Che i minatori fossero una corporazione importante nella Schwaz del XV e XVI secolo lo confermano i privilegi che avevano ottenuto: il diritto sindacale alle 8 ore di lavoro (all’epoca nessuno come loro) e una navata riservata in chiesa. E che chiesa! La parrocchiale Maria Himmelfahrt, il più grande santuario gotico del Tirolo, l’unico a quattro navate in Europa. E’ famosa anche per la sua colossale campana che ancor oggi annuncia i temporali più minacciosi. Poco lontano c’è un altro ambiente che cala il visitatore nella Schwaz del Rinascimento: il Palazzo Enzenberg con le sue cantine d’epoca. In un crescendo di quinte teatrali cittadine sempre più belle, spicca poi la sfarzosa Casa dei Fugger, la Fuggerhaus, oggi sede amministrativa provinciale. Segno distintivo delle case dei ricchi erano i portali di pietra venata di rame, perché questo metallo era l’altra grande fonte di guadagno che le miniere del posto assicuravano. Ancora due passi ed ecco il Monastero dei Francescani, ancora avvolto nelle severe atmosfere dell’epoca: lo fondò addirittura Maximilian I d’Asburgo nel 1507 e presenta una galleria di affreschi, alcuni ridotti a graffiti ma già recuperati, di grande pregio artistico.

Residenze-fortezza col fascino del Rinascimento

Si alza lo sguardo e lassù, su una rupe, ecco il Freundsberg. Il nome richiama l’amicizia, ma il maniero è un nido d’aquila ben adatto, allora, alla sua funzione militare di controllo della valle. I Freundsberg lo hanno abitato fin dal 1122. Si arriva lassù col fiatone,  ma il premio è un bel museo dedicato alla città e alle sue miniere. Inoltre c’è un ristorante dove potersi rifocillare e godersi il panorama su Schwaz e sulla valle.

E parlando di castelli dei Freundsberg, poco lontano, c’è la tappa ineludibile: Tratzberg. Si trova su un’altura fra Schwaz e Jenbach. E uno dei castelli più belli dell’Austria. Pare che i ricchi proprietari lo abbiano lasciato da poche ore, da quanto è ancora integro e “vissuto”. Nelle sue sale è passata la storia. Fin dal XIII secolo. Vi si sale con un trenino fra ombrosi faggeti. Poi si varca l’arco e già dal cortile interno si coglie il fascino di questo maniero gotico–rinascimentale, che fra i suoi proprietari annovera anche Maximilian I e gli immancabili Fugger. Massimiliano poi lo cedette, trasferendosi a Freundsberg. Tratzberg venne fatto ricostruire più bello di prima dai nuovi castellani, i Tänzl, dopo il disastroso incendio del 1492 (l’anno in cui Cristoforo Colombo approdò in America). Dal XIX secolo è proprietà degli Enzerberg, che lo tengono come un gingillo. Tra le tante cose straordinarie da vedere figura l’albero genealogico degli Asburgo e 148 ritratti della stessa famiglia, la più importante dell’Austria. Come in ogni castello sono tante le leggende, i riti, i fatti oscuri che hanno avuto come sfondo Tratzdorf. Di sera li racconta Rebecca, una Frau Rebecca in abiti medievali, davanti al castello, alla luce fioca di tanti lumini: un’esperienza che stuzzica l’immaginazione.

La locanda in un castello vero, gestita dai Mair da sei generazioni

Un altro maniero si trova a Vomp, alle porte di Schwaz ed è particolare, perché la famiglia che ne è proprietaria da ben sei generazioni lo adibisce all’ospitalità. È un albergo piccolo in un castello piccolo: si chiama Mitterhart e la famiglia Mair, Andreas e la moglie Yvonne (lui cuoco e lei castellana dell’accoglienza), lo ha reso anche una tappa importante della ristorazione tipica tirolese. Il locale è segnalato anche dall’associazione Tiroler Wirsthaus, che tutela ricette, sapori e un certo modo casereccio di fare cucina. Il castello sorge in riva all’Inn, immerso tra i frutteti, ed è davvero coccolo e accogliente.

Malghe, laghetti e alpeggi a mezzora dalla città

L’altra Schwaz è quella che guarda le montagne, ovvero al parco naturale del Karwendel. Parco vasto e davvero lontano dagli stereotipi. Un parco “matriosca”, che contiene tanti parchi: ben 11 aree naturali protette. Un mondo di natura sovrana, fatto di laghetti, alpeggi, prati, boschi (anche costituiti dal raro acero montano) e cascate. Si estende da Innsbruck all’Achersee, in gran parte dell’area alpina del Tirolo. L’escursione più facilmente raggiungibile da Schwaz è al Nafingalmen e al vicino laghetto, il Nafingsee. Un panorama fatto di vette aguzze e di boschi, di malghe e di rifugi, come il Weidener Hütte, famoso per i suoi spuntini d’alpeggio. Il Parco Karwendel aderisce al progetto “Natura 2000”, un’associazione di aree protette europee che riunisce tante perle alpine. Ora tutti i sentieri della Silberregion Karwendel, naturalistici, storici e culturali, sono presentati anche attraverso la app Locandy, che funge da bussola per scoprire palmo a palmo questo straordinario angolo del Tirolo austriaco.