Amalfi e il mare: storia, orgoglio e bellezza nella culla delle Repubbliche Marinare

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Dal 15 al 18 maggio 2025, la più piccola e intrepida tra le Repubbliche Marinare si trasforma in teatro a cielo aperto per accogliere la 70ª edizione della Regata Storica. Un evento che è anche un’occasione per riscoprire la memoria, l’identità e la bellezza di Amalfi

Culla di antichi commerci, crocevia tra Oriente e Occidente, Amalfi è molto più di una celebre tappa della Costiera. È una città che ha scritto un capitolo importante della storia mediterranea, ed è proprio questo il patrimonio che si celebra ogni anno con la Regata delle Antiche Repubbliche Marinare, giunta nel 2025 alla sua 70ª edizione. Dal 15 al 18 maggio, sarà Amalfi a ospitare la rievocazione che coinvolge, a rotazione, anche Genova, Pisa e Venezia. Una manifestazione unica nel suo genere, che affonda le radici nel glorioso passato medievale di queste quattro città marinare.

Per Amalfi, in particolare, la Regata è molto più di una gara sportiva: è un rito identitario. Non a caso, la nascita dell’Ente Regata delle Quattro Repubbliche Marinare fu sancita proprio qui, il 10 dicembre 1955, su iniziativa dell’amalfitano Francesco Amodio e del pisano Mirro Chiaverini. Dal 1956 la manifestazione si svolge ogni anno alternando le quattro città, e ad Amalfi torna in occasione di una ricorrenza simbolica: la settantesima edizione.

La città si prepara ad accogliere l’evento con un programma celebrativo che si estende per quattro giorni e che, prima ancora della competizione remiera, mette al centro la cultura e la memoria. Giovedì 15 maggio si inaugura una mostra che per la prima volta riunisce i manifesti storici delle settanta edizioni del Palio remiero, offrendo uno spaccato visivo della sua evoluzione nel tempo. A seguire, convegni culturali con studiosi provenienti dalle quattro città approfondiranno il ruolo delle Repubbliche Marinare nello scenario mediterraneo medievale.

Il cuore della rievocazione storica è il corteo dei figuranti, composto da quasi 300 persone in abiti d’epoca, che da Atrani sfila verso Amalfi nella serata di sabato 17 maggio. Un momento suggestivo che coinvolge non solo Amalfi ma l’intera Costiera, risvegliando l’orgoglio di un’intera comunità. L’ambientazione è unica: lo sfondo della marina, la pietra dorata dei palazzi storici, le bandiere delle quattro città che sventolano tra i vicoli.

Ogni Repubblica partecipa con un proprio episodio storico, ricostruito con rigore filologico. Il corteo di Amalfi, ideato dallo scenografo Roberto Scielzo, evoca l’apogeo della repubblica attorno all’anno Mille. I costumi, in stile arabo-bizantino, sono realizzati con tessuti pregiati importati dall’impero d’Oriente: seta, lino, broccato, damasco. Vi sfilano il duca, i consoli, i cavalieri di San Giovanni, il popolo dei marinai e il momento centrale: il matrimonio celebrato nel 976 tra Sergio, figlio del duca Giovanni I, e la longobarda Maria, figlia del principe di Capua e Benevento. Un’unione che sancisce il potere politico della dinastia e i suoi legami con i principati longobardi.

Genova ricostruisce l’età consolare con la figura di Guglielmo Embriaco, detto “Testa di Maglio”, condottiero che guidò le navi genovesi durante la Prima Crociata. Il corteo rende omaggio anche allo storico Caffaro di Caschifellone, che ne documentò le imprese. I costumi rappresentano le classi sociali genovesi dell’epoca: mercanti, armati, popolani.

Pisa celebra Kinzica de’ Sismondi, l’eroina che nel 1004 salvò la città da un attacco saraceno. Il corteo pisano racconta l’evoluzione della città medievale attraverso figure come consoli, podestà, capitani del popolo, armati e marinai, accompagnati da trombettieri e timpanisti. Dominano i simboli imperiali: l’aquila nera in campo oro.

Venezia, infine, rievoca la figura di Caterina Cornaro, regina di Cipro, che nel 1489 donò l’isola alla Serenissima. Il corteo presenta l’oligarchia mercantile veneziana con Doge, Senatori, Ambasciatori e Capitani de Mar. In apertura, il vessillo di San Marco, donato da Papa Alessandro III nel 1171 come riconoscimento alla mediazione della repubblica tra Papato, Impero e Comuni.

La manifestazione culmina domenica 18 maggio con la regata tra i quattro galeoni, realizzati su modelli del XII secolo. Le imbarcazioni, lunghe 11 metri e pesanti 760 kg, sono spinte da otto rematori e guidate da un timoniere. Originariamente costruite in legno, oggi sono in vetroresina e contraddistinte dai colori storici: azzurro per Amalfi, rosso per Pisa, bianco per Genova, verde per Venezia. Ciascun galeone porta una polena: Amalfi ha il cavallo alato, Genova il drago di San Giorgio, Pisa l’aquila imperiale, Venezia il leone di San Marco.

Il tracciato della gara, lungo 2000 metri, parte dal Capo di Vettica, attraversa la costa occidentale e termina davanti a Marina Grande, in uno scenario naturale di rara bellezza, con vista sulla Torre dello Ziro, l’ex convento di San Francesco e il rione Capo di Croce.

Ma al di là della competizione sportiva, la Regata delle Antiche Repubbliche Marinare è un momento di riflessione identitaria, una celebrazione del legame profondo che unisce Amalfi al suo mare e alla sua storia. Qui, dove le onde si infrangono su pietre millenarie e i vicoli profumano di zagara e salsedine, il passato non è mai del tutto passato. Ritorna ogni anno, con la voce del vento tra le vele, a ricordare che il Mediterraneo è ancora un grande racconto da vivere.

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