I suoi pregiati marmi abbellirono Roma e ispirarono Michelangelo: oggi offrono ai giovani artisti nuove opportunità, fra botteghe, laboratori e idee alternative. L’Accademia è ancora il volano, Unesco e New York Times “applaudono”
Carrara, alternativa per natura: città popolare, libera, creativa. E storicamente anche ribelle. I carrarini (qualcuno li chiama impropriamente carraresi, forse indotti in errore dal nome della squadra di calcio, la Carrarese, tornata quest’anno in Serie B dopo ben 76 anni) di questa impertinenza vanno fieri, seppur ciascuno per ragioni diverse, come è ovvio che sia in una città che è sempre stata anche un po’ anarchica. Quanto meno nello spirito. A far da detonatore del ritrovato slancio di energia, oggi che gli esplosivi non si usano più nemmeno nelle cave delle Apuane (storicamente il prezioso marmo bianco è sempre stato estratto con tecniche di taglio che non ne compromettessero l’integrità), è l’arte contemporanea. Rinnovando un legame lungo secoli, che trae linfa dalla presenza di quel marmo immacolato invidiato in tutto il mondo. Marmo con cui venne costruita anche la Roma imperiale ai tempi di Augusto, epopea di cui si trova traccia tangibile nel suggestivo percorso museale all’aperto di Fossacava. E poi c’è l’Accademia di Belle Arti che continua a forgiare giovani artisti. Per un soffio quest’anno Carrara non è stata proclamata Capitale italiana dell’arte contemporanea 2026, superata alla fine da Ghibellina, ma il volano attivato per la candidatura sta rivelandosi utile su altri fronti.
Un modo originale per contrastare degrado urbano e spopolamento
“L’arte che dialoga con il contemporaneo – ha osservato l’assessore alla Cultura Gea Dazzi – è un potente attivatore di azioni capaci di contrastare il degrado urbano, lo spopolamento e il disagio sociale”.
Tradotto: un pullulare di idee, iniziative, attività artistiche che vedono protagonisti i giovani. Nel concreto botteghe di artigianato artistico che aprono i battenti in varie parti della città, compresi i pittoreschi quartieri storici che si affacciano sul lungo fiume, il Carrione, e che grazie all’arte stanno ritrovando quello spirito vagamente bohèmien che mescola materiali, colori e fantasie. Spazi urbani ritrovati e rigenerati. Una piccola Montmartre, insomma. “Vogliamo interpretare la cultura non come un eventificio, ma come strumento di dialogo e cooperazione – spiega Gea Dazzi – con tutti gli attori che la promuovono. Un’opportunità per i giovani talenti del territorio e per i loro bisogni, nonché un moltiplicatore del genius loci di Carrara, dal 2017 Città Creativa Unesco per arte popolare e artigianato”. Carrara che quest’anno è stata anche sotto i prestigiosi riflettori del New York Times, che l’ha inserita fra le 52 mete mondiali da visitare. Non a caso.
Il bacino di Fantiscritti: l’antica civiltà apuana del lavoro in cava
Per parlare del marmo meglio salire sulle Apuane, nel bacino marmifero di Fantiscritti, il più grande d’Europa, uno dei tre ancora attivi a Carrara, da cui dista soltanto 7 chilometri. Famoso già ai tempi dei Romani, come testimonia quell’edicola di età imperiale su cui hanno lasciato le loro firme il Canova e il Gianbologna, il bassorilievo è oggi custodito a Palazzo Cybo Malaspina, sede dell’Accademia. All’estrazione di questa preziosa pietra, di cui si riforniva abitualmente e con occhio selettivo anche Michelangelo (da qui proviene anche il blocco da cui è stata ricavata la Pietà), è stato sacrificato il paesaggio. Specie negli ultimi anni quando il materiale estratto in larga parte è destinato ad essere polverizzato per diventare carbonato di calcio, materiale di cui vari settori industriali sono avidi. Per fortuna si tagliano ancora anche candidi e giganteschi blocchi destinati all’arte o all’abbellimento di palazzi, chiese e dimore in tutto il mondo. Attività che fa affiorare ancora oggi una civiltà del lavoro unica del suo genere: ci sono figure nei cantieri che appartengono soltanto ai carrarini. Tramandate di generazione in generazione. Alcune sono evocate anche nei musei di Carrara.
Al MudaC, ad esempio, Yuri Ancarani (nella foto accanto) in un emozionante video paragona il “capo” del cantiere a un direttore d’orchestra. Paesaggio lassù a Fantiscritti che assomiglia a un inferno dantesco, dove uomini e macchine si muovono come formiche. Il “Marble Tour” è un’escursione in fuoristrada che porta nel cuore delle cave apuane di Carrara. “Portiamo su quasi 25.000 persone all’anno – racconta la guida Davide Bruni – svelando segreti e aneddoti legati alla storia, alla geologia e all’arte di questi luoghi. Il lavoro quassù si è evoluto nel tempo, oggi bastano pochi uomini e gigantesche macchine per fare ciò che un tempo facevano, rischiando la vita e morendo di fatica, centinaia di operai. Però chi lavora qui deve avere dentro questa vocazione”.
Il lardo di Colonnata IGT, giacimento gastronomico unico
E dall’impressionante mondo delle cave nasce anche un prodotto che ha reso famosa quest’area ovunque: il lardo di Colonnata. Una produzione con tutela IGP che ancora oggi si avvale di vasche di marmo per la stagionatura della materia prima, che avviene con le mattonelle di lardo coperte da strati di concia (sale marino, aglio, rosmarino, cannella e altre spezie). “Fino ai primi anni ’90 il lardo era il sostentamento dei cavatori – racconta Fausto Guadagni, uno dei produttori più famosi di Colonnata – ora la produzione è aumentata del mille per cento e lavorano tanto anche le osterie locali”.
Ma torniamo in città. Carrara per quattro secoli è appartenuta a un piccolo stato che ha cambiato nome più volte (Ducato di Massa e Principato di Carrara, l’ultimo) dal 1473 al 1836, ma di cui rimane ancora traccia. Nel Palazzo Cybo Malaspina innanzitutto, che appoggia sul maschio medievale. E’ sede dell’Accademia di Belle Arti e conserva, fra le tante opere d’arte, anche sculture (celebre il cavallino di Dazzi) e cippi romani, inclusa la già citata Edicola dei Fantiscritti. A ricordarci che Carrara ha una storia millenaria c’è il Duomo di Sant’Andrea, la cui facciata dominata dal prezioso rosone risplende nelle pagine dei manuali di storia dell’arte per originalità di forme e ricchezza di decori. Entrarci e trovare nel semibuio un restauratore al lavoro mette i brividi…
Piazza Alberica è il cuore elegante e discreto del centro storico: vi confluiscono tutte le strade. Le sue facciate liberty e i suoi caffè offrono una sintesi armonica a tutte le creative inquietudini che percorrono la città. Nella vicina Piazza delle Erbe un grande murale ricorda la partigiana per antonomasia: Francesca Rolla.
L’arte è nell’aria, la diffonde anche un progetto Unesco
Già, la Street Art. Tema che da solo crea un itinerario suggestivo, alla scoperta della Carrara dall’anima Underground. Restando nel “mood” alternativo, ecco i laboratori artistici di Carrara Studi Aperti: sono oltre un centinaio e offrono una miriade di possibilità di vivere l’arte: atelier, workshop, concerti e altro. Sono frutto del progetto Unesco. “Qui l’arte è nell’aria. Il Festival della creatività – svela la sociologa e project manager Maura Crudeli – propone performance ed eventi che mettono in dialogo artisti locali e internazionali con le delegazioni di altre città creative”.
Carrara è unica nell’accostare l’arte di strada a quella dei grandi nomi. Quella dei collettivi creati da giovani usciti dall’Accademia ad artisti celebrati come Cattelan, Hirst, Viale, Koons, Pistoletto… Il patrimonio di arte contemporanea è celebrato al MudaC, dove è esposta una collezione permanente con opere delle Biennali Internazionali di Scultura. Il CARMI museo Carrara e Michelangelo è dedicato alla figura del Buonarroti. Fino al 12 gennaio a Villa Fabbricotti ospita la mostra “Romana Marmora, storie di imperatori, dei e cavatori”, di straordinario valore documentale. Stefano Genovesi, direttore del Museo del Marmo e dell’area archeologica di Fossacava: “La grande Roma augustea nacque grazie anche al marmo estratto qui. La domus romana di Luni, dal cui porto partivano i marmi, ancora ci ricorda quel periodo aureo. Una storia incisa nella pietra”.
Appunto. C’è chi con lo scalpello plasma ancora opere d’arte: alla Cooperativa Scultori di Carrara, in un laboratorio d’altri tempi, si creano meraviglie di marmo commissionate da clienti di tutto il mondo.
Due soste gastronomiche consigliate: l’Osteria La Capinera in centro, tradizionale e alternativa al tempo stesso, e la Trattoria Apuana a Colonnata, un regno del lardo di tono familiare. Pernottare in centro? Il B&B Alberica10, nuovo ma di stile d’antan, si affaccia sulla piazza.