I tesori artistici della celtica Belluno, ‘città splendente’ per i suoi paesaggi dolomitici

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La ‘città splendente’ cara a Dino Buzzati offre arte, cultura, cibi del territorio e bei monti, preparandosi a celebrare i 50 anni della morte dello scrittore

Ha origini celtiche il nome Belluno, la provincia più estesa del Veneto, ma nello stesso tempo la meno popolata ed anche la più fredda d’Italia per le rigide temperature invernali. Gran parte della provincia di Belluno è occupata dalle Dolomiti divenute Parco Nazionale e patrimonio dell’UNESCO. Deriva da Belo-dunum, “città o fortezza splendente”, per la bellezza del paesaggio che la circonda. Infatti, per la sua posizione elevata rispetto al fiume Piave che l’attraversa e dominante sulla Valbelluna, anticamente il castello e lo svettante campanile della Cattedrale si vedevano da lontano. Il centro storico riserva interessanti spunti culturali e religiosi. 

Ad iniziare dal Duomo di San Martino. Lo storico bellunese Giorgio Piloni nel libro dedicato alla storia di Belluno, narra che nell’anno 548 “Felice vescovo di Belluno ritrovandosi in Ravenna con grande dolore delli occhi, fu fatto sano con l’olio che ardeva nel tempio del Beato Martino, in memoria del qual glorioso santo ordinò che fosse dedicato il tempio maggior della cittade a San Martino”. 

Dell’antico edificio restano solo alcuni frammenti scultorei in pietra, murati sulla facciata della Cattedrale e risalenti ai secoli IX-X. I due più facilmente visibili si trovano a sinistra del portale di destra della facciata. Già nel corso del Quattrocento l’edificio mostrava alcuni segni di degrado ed infatti, a partire dalla fine del secolo iniziano i lavori di riedificazione della chiesa spostando l’originario  ingresso che guardava la valle del Piave. I lavori proseguirono per i secoli successivi vedendo l’intervento di numerose maestranze e, nel 1732, si pose la prima pietra di fondazione del magnifico campanile progettato dall’architetto Filippo Juvarra e fortemente voluto dal vescovo Gaetano Zuanelli (i loro nomi sono scolpiti nella fascia che circonda il campanile).

La costruzione terminò nel 1743 quando, a coronamento della guglia, venne posizionato lo svettante angelo che la tradizione vuole disegnato dal suo figlio d’arte, lo scultore bellunese Andrea Brustolon, il Michelangelo del legno, che lasciò in eredità alla città molte sue opere.

Per ammirarle potete recarvi alla chiesa di San Pietro dove sono presenti due delle sue pale oppure a Palazzo Fulcis, sede del Museo Civico, che custodisce anche capolavori di Sebastiano Ricci, Domenico Tintoretto, Ippolito Caffi ed altri artisti dal XIV secolo ad inizio ‘900.

 

Da vedere la cripta dove sono custodite le reliquie più preziose: San Lucano e San Joatà,  uno dei santi patroni. Joatà, proveniente dalla Cirenanica, era un ebreo convertito al Cristianesimo martirizzato nel 294 a Tolemaide. Sopra l’altare della cripta campeggia il bellissimo polittico con le storie di San Martino opera del maestro della Cappella Galletti di fine XV secolo (per le 9 formelle superiori) e di Nicolò De Stefani che, alla metà del XVI,  aggiunge le quattro formelle inferiori e tutta la struttura con Dio Padre sul timpano. Poco lontano dal Duomo c’è piazza dei Martiri il “salotto buono” della città. Anticamente conosciuta come Campedèl o Campitello, è stata nei secoli utilizzata come mercato del bestiame, sede delle numerose fiere cittadine e campo di Marte dove si svolgevano le parate militari. La sua forma ellittica è dovuta, secondo la tradizione, alla posizione della bombarda su una delle torri del castello di Belluno che dominava lo spiazzo a sud – ovest, verso il fiume Piave. Piazza dei Martiri deve il suo nome ai quattro giovani partigiani uccisi dai soldati nazisti il 17 marzo del 1945. 

Poche centinaia di metri e si arriva davanti al palazzo dei Rettori, simbolo del dominio della Repubblica di Venezia. Ai tempi della Serenissima si trovava nel cuore politico e religioso di Belluno e mostra sulla facciata numerosi busti e stemmi dei rettori veneziani che si sono succeduti al governo della città dal 1404 al 1797. La torretta è una copia della famosa torre dei mori di Piazza San Marco. 

Belluno era protetta da una cinta muraria molto ampia che dal Trecento cingeva tutto il centro cittadino partendo da Piazza Campitello, con Porta Dojona, fino ad arrivare verso il lembo estremo dello sperone roccioso su cui è costruita Belluno che si chiude con Porta Rugo.

Info: Piazza Duomo, 2 – cell. 3342813222 – info@adorable.belluno.it

Andrea Brustolon, scultore, detto il Michelangelo del legno