Lasciandomi alle spalle le aree espositive brulicanti di un pubblico attento e visibilmente soddisfatto e percorrendo le strade di Genova in cui si respirava la forza di una città che ancora una volta da sola reagisce alla tremenda tragedia del Ponte Morandi, mi veniva in mente il recente bel film Resta con me e il suo racconto di una storia (vera) di determinazione e coraggio contro ogni avversità, anche quando sembra impossibile il superarle. Una forza morale che solo l’andar per mare sa forgiare e che Genova e il Salone 2019 hanno mostrato di possedere.
Il successo del Salone di quest’anno è anche quello di una città che ha saputo riconoscersi come mai in passato attorno a questa manifestazione che, insieme al porto, ne è uno dei simboli identificativi a livello internazionale. Le decine di migliaia di appassionati che sono giunti da ogni parte d’Italia e dall’estero (frutto delle attente e proficue iniziative attivate dagli organizzatori) non hanno trovato una città ripiegata su se stessa, ma un clima di fiducia e la consapevolezza che le migliaia di operatori di Paesi anche lontani, come Australia e Hong Kong, sono fondamentali per l’economia di Genova e per un comparto produttivo importante e in netta ripresa: solo il ‘nuovo’ nel 2017 ha registrato un fatturato di 3,88 miliardi di euro (+12,8% sul 2016).
Le aziende grazie alla loro massiccia partecipazione (951 gli espositori, 62 le nuove adesioni di cui il 58% estere) con migliaia di imbarcazioni, motori e accessori nei circa 200.000 mq espositivi (tra spazi a terra e in acqua) hanno confermato di considerare – visti i brillanti risultati ottenuti in termini di business conclusi o in prospettiva – il Salone Nautico come l’unico appuntamento italiano in cui valga la pena investire come ha dichiarato il Presidente di Ucina Confindustria Nautica.
L’incremento delle partecipazioni estere è importante per il Salone testimoniandone la rinnovata centralità internazionale e per il Made in Italy che per essere sempre ai vertici internazionali ha bisogno di confronti e sfide con le migliori produzioni mondiali: solo il confronto rivela la superiorità italiana.
Altri aspetti positivi sono stati la crescita del livello qualitativo medio dei visitatori, della capacità di spesa dei compratori e delle visite finalizzate all’acquisto, realtà che si deducono anche da dati significativi come l’incremento nei giorni del Salone degli arrivi all’Aeroporto di Genova rispetto sia al normale traffico sia a quello relativo al Salone 2017 (+3%), un ragguardevole +13% (sempre sul 2017) di aerei privati che sono atterrati a Genova in occasione della manifestazione e l’incremento della durata media dei pernottamenti alberghieri.
Gli oltre 174.000 visitatori (+12% sull’edizione 2018) hanno potuto scoprire e conoscere centinaia di novità (tecnologiche, di design, di concept…) testimonianza dell’impegno e della fiducia degli espositori. Nel mondo dei motori, in cui da sempre prevale l’industria estera, la Yamaha si è imposta all’attenzione con il nuovo V8 XTO Offshore che può essere definito un concentrato di innovazioni alcune delle quali rivoluzionarie: tale è l’utilizzo per la prima volta al mondo in un fuoribordo di un motore a iniezione diretta che consente una migliore efficienza della combustione e quindi una riduzione di consumi. Anche molte altre parti del motore presentano caratteri innovativi: dal sistema di sterzo totalmente elettronico al posizionamento dello scarico, alla possibilità di sostituire l’olio senza sollevare il mezzo dall’acqua: novità tutte studiate per rendere più agevole la conduzione dello scafo e più economico il suo utilizzo.
Il V8 XTO può inoltre essere montato in batteria: in salone erano presenti imbarcazioni dei cantieri Capelli e Lomac studiate per questo potente gioiello. La Capelli ha progettato e presentato a Genova l’elegante Tempest 50, un maxigommone di 50 piedi motorizzato con quattro V8 XTO, mentre il Granturismo 14.0 della Lomac ne monta tre. Entrambi visti in mare sono indimenticabili per l’immagine di potenza, stabilità, velocità e bellezza, immagine che avrebbe certamente stimolato la poetica dei Futuristi
Un’altra interessante anteprima è stata l’Azimut S6 caratterizzato da un ampio utilizzo del carbonio, espressione dell’attività di ricerca sviluppata nella gamma sportiva dai Cantieri Azimut. Tra le imbarcazioni più visitate il Kufner 54, un cruiser prodotto in Croazia dall’omonimo cantiere, che ha fatto sognare moltissimi appassionati per il prezzo contenuto: circa il 25% in meno della media di quelli di mercato per le imbarcazioni di dimensioni simili. Tale prezzo deriva da costi ottimizzati in fase di costruzione e dall’utilizzo di materiali economici ma non scadenti: un compromesso tra estetica ed efficienza.
Altro interessante debutto italiano è stato il sistema Argo elaborato dalla CMC Marine. La sua particolarità è garantire a bordo la massima sicurezza possibile grazie a maggiori stabilità di rotta e controllo delle virate effettuate avendo la barca più dritta. Curiosando tra accessori e attrezzature di bordo stupisce costatare come l’oggetto più semplice e lineare grazie a sofisticate tecnologie divenga così polifunzionale da perdere quasi la finalità iniziale: è il caso della passerella PI 461Miss della Besenzoni dotata di una movimentazione automatica che le permette di divenire tra l’altro scala e tender lift.
Tra i servizi alle aziende particolarmente interessanti quelli offerti da Afex e DocFinance i quali durante un apposito convegno hanno illustrato le finalità della loro convergenza: offrire, in modo trasparente e con visibilità dei costi, la possibilità in ogni momento di controllare la propria esposizione valutaria e contare sugli strumenti per gestirla. L’integrazione tra i due operatori consente inoltre di porre a disposizione delle aziende (indifferentemente dal settore in cui operano) un supporto operativo per la gestione dei pagamenti in valuta estera e la copertura dei rischi di cambio.
Guardando sull’imbrunire dall’ultimo molo le aree del salone illuminate dai raggi del sole al tramonto si percepisce in toto la bellezza e il fascino del Salone di Genova con le centinaia di imbarcazioni sullo sfondo della impareggiabile quinta offerta dalla città contenuta dalla cerchia delle colline su cui sorgono i forti delle antiche difese ormai in disuso ma sempre vigili e si capisce come in nessun’altra località il Salone possa trovare una location equivalente. Il fascino di quest’immagine non può, però, nascondere una nota amara: l’assenza dei superyacht presenti quasi negli stessi giorni a Cannes. Un’assenza che se non ha inciso in modo rilevante sull’aspetto commerciale e sul successo di visitatori e operatori vanifica comunque l’idea di un Salone che presenta dal battello più grande al più piccolo e priva il visitatore della gioia di vedere capolavori frutto della creatività di progettisti e architetti italiani e della capacità delle nostre maestranze.