Il recente “Rapporto Turismo Enogastronomico e Sostenibilità” evidenzia la consapevolezza ormai acquisita da parte del turista, alla ricerca di esperienze green & social, e tutte le azioni da avviare per trasformare il turismo da risorsa economica a fattore di sviluppo armonico in chiave sociale e ambientale
In occasione dell’evento Agrifood Future di Salerno è stato presentato il Rapporto Turismo Enogastronomico e Sostenibilità, a cura di Roberta Garibaldi, con i contributi dei maggiori esperti nazionali ed internazionali ed il supporto di Agrifood Future, sostenibilità cultura e mercati – Unioncamere – Camera di Commercio Salerno e Rete Valpantena. Il Rapporto evidenzia da una parte il cambiamento della domanda, con un consumatore sempre più orientato verso una condotta sostenibile che porta a scelte precise di destinazione, attività svolte e conseguenze socio-ambientali e dall’altra, la necessità di un cambio di passo a livello di visione strategica dell’offerta. Si avverte il bisogno di azioni politiche in grado di gestire i flussi in modo più sostenibile, rilanciare in ottica green e social le economie del cibo dalla produzione al consumo. Qui di seguito gli spunti più interessanti.
Cambia lo scenario turistico
Dopo un 2022 di revenge tourism, nell’estate 2023 è cresciuta la domanda di voli aerei, così come la presenza di turisti internazionali, ma con un calo dei flussi interni, dovuto all’aumento generalizzato dei costi. Recarsi all’estero costa meno, ma in realtà ciò che stiamo vedendo è un cambiamento significativo, con la classe media che continua ad andare in vacanza (anche all’estero), mentre chi ha un reddito inferiore o è disoccupato rinuncia al viaggio. E’ una tendenza che si conferma anche a livello europeo.
Serve un piano integrato di sviluppo
Il turismo enogastronomico può aprire nuovi scenari, muovendo i visitatori verso aree di grande fascino, ma accessibili. Riducendo la distanza tra aree urbane e rurali si crea valore economico, sociale e culturale. Per creare queste connessioni occorre un piano integrato di sviluppo: trasporti più facili, prenotazioni digitali, promozione a livello internazionale, passando per la creazione di hub enogastronomici, spazi polifunzionali di accesso al patrimonio locale e itinerari turistici alla scoperta dei borghi minori e della loro cultura culinaria. Chi governa il turismo dovrebbe supportare l’adozione di approcci sostenibili anche attraverso azioni di soft power – modifiche normative, formazione, scambio di conoscenze, momenti di valorizzazione delle buone pratiche locali anche con premi ad hoc – ed incentivi. Ed accrescere la propria visibilità come meta enogastronomica sostenibile adottando una strategia di comunicazione coerente ed omnicanale verso l’esterno.
Tutela del patrimonio enogastronomico
La perdita della biodiversità alimentare e della cultura culinaria italiana causerebbe un danno ingente per l’intero sistema-Paese. La valorizzazione del turismo enogastronomico porta benefici in termini di sviluppo turistico, reddito ulteriore per il sistema agricolo, ma anche per sostenere processi di tutela e valorizzazione.
La dimensione educativa/trasformativa del turismo enogastronomico
Cattiva alimentazione e scarsa attività fisica accrescono il rischio di patologie croniche, dunque sono seri problemi di salute individuale e pubblica. Secondo l’Ocse, i giovani italiani sono tra i più sedentari e a maggiore rischio di obesità. L’esperienza turistica enogastronomica diventa occasione per acquisire abitudini salutari, migliorare la consapevolezza nutrizionale, abbinando, magari, attività sportive come tour a piedi o in bicicletta.
Turismo, agricoltura e variazioni climatiche
Il turismo enogastronomico può anche rispondere all’emergenza della crisi climatica, cominando forme slow di scoperta ed esperienza del territorio a pratiche agricole sostenibili.
Meno Italiani in viaggio adottano comportamenti sostenibili
Il 65% dei turisti, in calo rispetto al 76% del 2021, dichiara di evitare sprechi di cibo in hotel e nei ristoranti, il 54% (vs il 75%) di essere rispettoso dell’ambiente, il 51% (contro il 61%) di non mettere a lavare ogni giorno gli asciugamani nelle strutture ricettive, il 27% (contro il 51%, per un calo di ben 24 punti) di usare mezzi pubblici o biciclette per muoversi nella destinazione.
I turisti scelgono il locale e la sostenibilità
La sostenibilità è ancora un driver di scelta dell’esperienza enogastronomica: per il 75% degli intervistati, degustazioni, pranzi e/o cene a base solo di prodotti locali sono tra gli elementi determinanti nella scelta. Inoltre, l’adozione di sistemi di raccolta differenziata (73%), di risparmio idrico (66%), di energia da fonti rinnovabili (66%) e altre condotte green guidano il turista, ma vanno spiegate prima e nel corso della visita. Anche comportamenti aziendali ed iniziative di etica sociale sono tenuti in considerazione: il 68% si mostra più propenso a fare esperienza laddove l’azienda ha progetti a supporto della comunità locale, ed il 64% se il personale o i fornitori stanno affrontando situazioni di disagio e/o l’azienda ha adottato politiche etiche.
Sostenibilità parola chiave
Gli italiani valutano attentamente se e quanto è sostenibile la destinazione che si accingono a visitare. Tra gli elementi presi maggiormente in considerazione, la possibilità di alloggiare in strutture green (per oltre 3 viaggiatori su 4), raggiungere la meta con mezzi poco impattanti, muoversi in loco con biciclette. Sono ancora troppo poche le destinazioni (e le aziende) che hanno una certificazione di sostenibilità in ambito turistico.
Comunicare la sostenibilità per creare valore per il turista
Chi viaggia desidera essere informato in modo chiaro sulla sostenibilità, prima della partenza e durante l’esperienza: 6 italiani su 10 vorrebbero conoscere in dettaglio le tecniche per minimizzare gli impatti sull’ambiente, le iniziative per il benessere del personale e dell’azienda.
Passare all’azione
L’interesse dei turisti c’è, sta alle imprese adoperarsi per soddisfare questa esigenza. Si può iniziare misurando il proprio livello di sostenibilità partendo dalle check list del Rapporto, rivolgersi a dei consulenti del settore, scegliere che certificazione ottenere, partecipare ad uno dei molti bandi esistenti per abbattere i costi.
Info: RTEI-2023_Tendenze&Scenari.pdf (robertagaribaldi.it).
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